World of Wine | A Porto c’è un museo da cui prendere spunto

World of Wine | A Porto c’è un museo da cui prendere spunto

di Redazione

Dopo l’articolo dedicato alla grenache etnea ecco un altro pezzo di Gabriella Gregorio, questa volta dedicato al WOW, World of Wine di Porto, in Portogallo. Enjoy. (jacopo cossater)

Spesso per innovarsi bisogna indagare passato e storia, confrontarsi con gli esempi virtuosi dentro e fuori i propri confini e immaginare il futuro mentre si riordina il presente.

Nella città lusitana, che ha dato il proprio nome a un famosissimo vino fortificato e che vedeva il suo turismo incentrato sulla visita delle cantine della Valle del Douro, mancava una nuova attrazione al passo con i tempi e le esigenze di un turismo più esperienziale, un polo culturale per celebrare la storia artigianale della regione di Porto, così legata alla produzione e commercio di vino e di sughero (a oggi il Portogallo è il primo produttore e il maggior esportatore mondiale di sughero, che non viene solo utilizzato per i tappi da vino, ma trova anche largo impiego nel settore manifatturiero e dell’edilizia). Senza dubbio la tradizione, il turismo e la cultura sono state le molle per ripensare il potenziale e la sostenibilità di una città oltre al nucleo di appartenenza territorio–suolo agricolo–fiume.

A Vila Nova de Gaia, nell’area storica del lungofiume sulla riva sinistra del Douro, nei magazzini delle cantine dove invecchiava e si imbottigliava il Porto, a seguito di una massiccia opera di ristrutturazione e riqualificazione della zona (100+ milioni di euro), vede adesso la luce il distretto culturale WOW (World of Wine) che comprende sette esperienze museali, una scuola del vino con corsi WSET inclusi, nove ristoranti, bar, negozi, gallerie d’arte, e spazi per eventi. All’esterno, una stupenda terrazza panoramica con vista sul quartiere Ribeira e il ponte Dom Luís I.

Le esperienze museali riguardano:
1) Il Vino
2) Il Mondo del Sughero
3) Il Palazzo Rosé
4) La Collezione Bridge, ovvero un’esposizione archeologica sui contenitori per bevande e il rituale del bere
5) La regione di Porto nei secoli
6) La storia del cioccolato
7) La Moda e il Tessuto di Porto.

Premetto che già dopo aver sentito il nome del complesso museale, è stato difficile in quei giorni a Porto non esordire spesso con “wow”: mi sono immaginata in una striscia di fumetto di Lichtenstein, dove viene inserita quell’onomatopea, cliché pop capace di dare spazio a un’opera d’arte brillante. Allo stesso modo, accade che visitando il museo come opera compiuta, lo stupore cresce e il fattore/effetto wow è garantito.

Screenshot 2024-03-07 at 15.19.34WOW! – Roy Lichtenstein, 1965 & Terrazza panoramica del distretto culturale WOW a Porto

Visita al Museo “Esperienza Vino”

L’esplorazione del museo del vino si è svolta in compagnia di amici e studenti del Master Wintour (Wine Tourism). Il distretto culturale WOW rientra decisamente nel concetto di destinazione enoturistica innovativa e loro avevano già avuto l’occasione di partecipare a una visita guidata insieme al CEO del gruppo Fladgate Partnership (cantine storiche di Porto come Taylor’s e Fonseca ne fanno parte), proprietaria del complesso museale, intrattenendosi nei musei dedicati all’esperienza vino e al vino rosé (l’aver inventato il primo Port Rosé – il Croft Pink — richiedeva probabilmente un museo dedicato alla vinificazione in rosato).

Aleggia l’impressione di ritornare a scuola, e ci vuole tempo per interagire e leggere tutta l’informazione disponibile. Di fatto, alla fine sono arrivata in ritardo nell’ultima sala, quella dove si conclude la visita con una degustazione di vini rappresentativi della regione di Porto, ma lo spirito di gruppo che si forma in classe non si dimentica e mi avevano messo da parte i calici pieni.

Sala Mondo

C’è tutto un mondo accomunato dalla coltivazione della vite. E non a caso al centro di questa prima sala si trova un magnifico globo terrestre che ruota, circondato da una schiera di quadri appesi alle pareti. Ogni quadro mostra la foto di una vigna, coinvolgendo il visitatore con la domanda: “Dove si trova?”. Ce ne sono molte di non facile intuizione e che mettono in discussione svariati preconcetti e stereotipi geografici e culturali su altri paesi.

Qui si inizia a introdurre la minaccia del cambiamento climatico, accennando alla presenza di nuove regioni vitivinicole un tempo inimmaginabili, in quanto presenti in zone al di fuori della cintura del vino — nell’intervallo di latitudini in cui la vite è coltivabile — o di altre a rischio desertificazione.

Mi risuona il “Answer with Action” di Mr. Patagonia e al contempo da WOW ci si impegna attraverso il Protocollo Porto siglato nel 2018, per individuare e adottare delle soluzioni nell’industria del vino volte a mitigare l’impatto del cambiamento climatico.

Screenshot 2024-03-07 at 15.21.12Dalla Sala Mondo

Sala Suoli

Direi già un livello wow 9. Senza neanche sporcarsi di terra, arriva forte e chiaro il legame con essa, sottolineando l’importanza che ha non solo per la produzione di cibo (e vino) ma per il fatto di essere un serbatoio naturale di carbonio: l’avere la capacità di sequestrare la CO2, riducendone così l’immissione nell’atmosfera.

Ogni varietà di vite e clima predilige un tipo di suolo, e mi sono soffermata parecchio a osservare i campioni di suoli da ogni provenienza nel mondo e dal Portogallo, tra i paesi europei più piccoli per estensione ma dall’impressionante diversità vitivinicola. Ho ricordato di aver camminato su alcuni di questi tipi di suolo andando per vigne, proprio nel Dão qualche giorno prima, dove ho calpestato terreno prevalentemente composto di granito e fertilizzato dai cavalli, porterà bene no?

Sala Vite

“Le foglie fungono da pannelli solari, mentre il tronco e le radici da batterie”, questa una similitudine per spiegare la struttura della vite, spaziando dal ciclo annuale e come il cambiamento climatico ne mette a rischio il regolare sviluppo in ogni fase, al sistema di allevamento e potatura in vigna. La sala dal contenuto più tecnico ma non per questo meno affascinante.

Sala Uva

Un’altra rappresentazione di mondo, in questo caso il mondo è un mega acino di uva tridimensionalmente scomposto nelle sue varie componenti anatomiche. Ci si sofferma poi su una fase e scelta, tra le più importanti per tutti i viticoltori del mondo: l’inizio della vendemmia. In una sala dove viene esposto un camion Bedford vintage utilizzato per caricare le cassette d’uva o le botti, ci si può cimentare in un nuovo gioco interattivo: un test per scoprire a quale tipo di uva si corrisponde, e a quale vino di conseguenza. Si possono così scoprire diverse varietà d’uva da vino, con l’arte che aiuta a raffigurare le uve nelle fattezze di persone, uomini e donne impegnati nei lavori di campagna, in vigna.

Screenshot 2024-03-07 at 15.24.23Dalla Sala Uva… Grenache, ça va sans dire!

Sala Vinificazione

Non so se è una coincidenza, ma dai colori più chiari delle sale che riguardano gli elementi naturali, le attività e le piante che stanno all’aperto, si passa a colori più scuri, illuminazione soffusa e dai riflessi violacei per introdurre l’arrivo dell’uva in cantina e l’inizio del processo di vinificazione e di tutte quelle scelte che porteranno alla produzione di vini rossi, rosé, bianchi, spumanti e fortificati.

Vi attende anche un passaggio in legno, potrete vedere un video sull’influenza del legno sull’evoluzione del vino comodamente seduti dentro una botte…tranquilli, non ne uscirete ossidati!

Sala Viaggio in Portogallo

In attesa di visitare tutte le regioni portoghesi dal vivo, è possibile fare due passi dentro le case e le strade tipiche di una replica di un villaggio portoghese. In ogni casa vengono mostrati gli usi e costumi tipici di ogni regione.

Sala Esplora i tuoi Sensi

Qui c’è da curiosare, o meglio annusare parecchio! Molto coinvolgente l’esperienza di sentire diversi aromi e poi cercare di riconoscerli.

Sala Degustazione

“Sorry, I’m late. May I come in?”. Sempre prima l’educazione. Obrigada!

L’ultimo esercizio pratico è finalmente l’assaggio di un Douro rosso, un Douro bianco e di un Porto, mentre un sommelier descrive le caratteristiche di questa regione e di ogni vino. Infine, un momento di condivisione per svelare agli altri il vino preferito e perché, mi raccomando l’educazione anche in questo caso!

Chi non è appassionato di vino perché dovrebbe andarci?

Tralasciando il principio generale che andare al museo contribuisce a renderci persone migliori o perlomeno più di buon umore, questa visita permette di non dare per scontati gli elementi naturali che condizionano l’esistenza della vita, non solo della vite, le attività e tradizioni agricole millenarie; aumentare la percezione delle sfide mondiali, come quella del cambiamento climatico, che hanno un’incidenza marcata sulla coltivazione dell’uva e produzione di vino a livello globale. E poi, per ricordarci di utilizzare di più l’olfatto, il senso primordiale che ci è stato messo a disposizione per guidarci nella conoscenza e meraviglia del mondo.

Chi è del settore o appassionato cosa potrebbe apprezzare?

Tralasciando che anche quanto detto sopra vale pure qui, si avrà l’occasione di vivere come un intrattenimento educativo quanto si è appreso studiando e applicato giorno per giorno nel proprio lavoro. Può essere inoltre uno spunto per porsi nuovi quesiti e obiettivi riguardanti la comunicazione del vino e l’enoturismo, e discuterne con il proprio network.

Che cosa dovrebbero imparare gli italiani dai portoghesi?

Suvvia, basta con i soliti paragoni con la Francia. C’è sempre da imparare dagli altri, e i portoghesi non son da meno. Mi vengono in mente la ricerca della modernità sostenibile, il fattore wow, l’equilibrio–connessione tra passato, presente e futuro, e il sempre attuale concetto di beauty by design ovvero la consapevolezza che la bellezza va pianificata, la diversità e qualità vitivinicola non sono solo dei doni di natura ma richiedono progettualità e sforzo costante di tecnica, creatività e buone pratiche.

Biglietto d’ingresso per il museo esperienza vino pari a 20 euro, compresa la degustazione di tre vini. Sarà tanto? Sarà poco? Non riesco a far rientrare questa opzione nel dibattito sull’elevato costo di ingresso dei musei, diventati oramai sempre più elitari. Personalmente credo che siano soldi spesi bene. Non aspettatevi che uscendo da lì sarete in grado di coltivare la vite e produrre il vino, probabilmente guarderete con occhi diversi e curiosi il mondo del vino e avrete un attacco acuto di wow ripetuti quando vi troverete in una vigna, a visitare una cantina, andrete a vendemmiare o assaggerete un vino o condividerete una bottiglia. Io sicuramente non vedo l’ora di ritornare a Porto.

Gabriella Gregorio

3 Commenti

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Stefano Cinelli Colombini

circa 7 mesi fa - Link

Davvero interessante, quando capito in Portogallo ci andrò. Una proposta per l'autrice; Montalcino ha ben due musei del vino, uno iper-moderno che unisce molte offerte esperienziali e multimediali ad arte (la quadreria è fantastica), cibi locali e degustazione in chiostri medioevali che è il Tempio del Brunello (museo più innovativo d'Europa del 2022 di booking.com) e uno più "tradizionale" con itinerari di storia locale, cultura e vino che è il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello, e a Radda in Chianti c'è la Casa del Chianti Classico che è qualcosa di straordinario, innovativo e multi esperienziale con vino e molto di più. Bello raccontare il Portogallo, ma perché in un prossimo articolo non descrivere queste realtà della porta accanto? Se le fa piacere la accompagno, uno di questi lo ho realizzato e in un'altro ho collaborato.

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Gabriella

circa 7 mesi fa - Link

Salve e grazie! Con immenso piacere verrò a visitare altri musei che hanno tanto da raccontare sul mondo del vino e non solo, sorprendendoci e ispirandoci. Sarà un onore anche far un tour con chi ha preso parte alla realizzazione di luoghi così fondamentali per la memoria e condivisione di valori, storia, esperienze, bellezza e progetti. Sicuramente la primavera mi invoglierà di più a spostarmi da Roma verso la Toscana. A presto risentirci e un saluto, Gabriella. P.S. Per me il Portogallo è una seconda casa, mi piace molto e ci ritorno spesso, ne apprezzo molto i vini, e ho molti amici produttori/vignaioli e la famiglia lì.

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marcow

circa 7 mesi fa - Link

Ci andrei, prima di tutto, per visitare una bellissima città di mare, Porto. Poi andrei anche a visitare il museo del vino. E, dai video, se uno vuol farsi abbagliare da uno spettacolo ben allestito non rimarrà deluso. ____ L'articolo è ben strutturato e scritto. Ma la parte più pregevole, per me, è nella conclusione: 1 "Biglietto d’ingresso per il museo esperienza vino pari a 20 euro, compresa la degustazione di tre vini. Sarà tanto? Sarà poco? Non riesco a far rientrare questa opzione nel dibattito sull’elevato costo di ingresso dei musei, diventati oramai sempre più elitari. Personalmente credo che siano soldi spesi bene" (Dall'articolo) Ottima la considerazione sul costo dei musei. Ma se paragoniamo i 20 euro ai 350 dollari per entrare al "Wine Spectator's New York Wine Experience" direi anch'io che sono ben spesi. 2 "Non aspettatevi che uscendo da lì sarete in grado di coltivare la vite e produrre il vino, probabilmente guarderete con occhi diversi e curiosi il mondo del vino e avrete un attacco acuto di wow ripetuti quando vi troverete in una vigna, a visitare una cantina, andrete a vendemmiare o assaggerete un vino o condividerete una bottiglia. Io sicuramente non vedo l’ora di ritornare a Porto" (Dall'articolo) Ho già detto che il modo più proficuo e più veloce per aumentare la conoscenza del vino è munirsi di due manuali: manuale di viticoltura e manuale di enologia. La visita al museo di Porto comunque è stimolante e dovrebbe spingere, poi, l'appassionato ad approfondire. A meno che non voglia ...ridurre... la "PASSIONE" ... soltanto a una esperienza olfattiva-aromatica.

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