Una garganega Rock’n’Roll | Garg’n’Go 2020, La Biancara

Una garganega Rock’n’Roll | Garg’n’Go 2020, La Biancara

di Nicola Cereda

“E’ tempo che Superman risollevi il sole nel cielo
Perché qui si sta facendo pesante […]
Dite a tutti coloro che lo aspettano
Di fare del loro meglio per resistere
Non li ha abbandonati, dimenticati o altro
È solo che anche per Superman è troppo pesante da sollevare”
(“Waitin’ for a Superman”, Flaming Lips)

Wayne Coyne, cantante dei Flaming Lips, è spesso stralunato e beffardo nelle sue sentenze sonorizzate. Con Frogs ha verosimilmente ispirato il diluvio di rane messo in scena dal regista Paul Thomas Anderson nell’apocalittico finale di Magnolia. Le liriche di Evil will prevail sono ancora più lapidarie (“sapendo che il male prevarrà, sapendo che il male vincerà sempre”) ancorché supportate da uno sfacciato registro musicale in maggiore, straniante quanto una sgangherata sigla di un cartone animato giapponese fine anni settanta a polarità invertite.

E se avesse ragione lui? Se il male fosse davvero destinato a prevalere? Se di noi seguitasse a vivere solo la parte maligna? In effetti ci sarebbe una sorta di evidenza scientifica: le immortali cellule HeLa prelevate nel lontano 1951 dal carcinoma di Henrietta Lacks (deceduta a causa di quello stesso male) che ancora oggi continuano a riprodursi nelle provette di tutto il mondo, fuori dal corpo di cui erano parte integrante.

Ma qui si parla di vino, una cosa maledettamente seria solo per chi lo produce o lo vende.
Non si conoscono bevande coi superpoteri in grado di riportare la luce e liberarci dal male se le cose non vanno come dovrebbero. Però ci sono vini che possono aiutare a vivere un fugace momento di spensieratezza. Di certo, più il momento è incerto e più il vino deve essere all’altezza della situazione. Ma badate che non serve necessariamente un supereroe di Borgogna, Bordeaux o Champagne…

A me è bastata l’ultima invenzione pétillant di Angiolino Maule, il Viggo Mortensen di Gambellara. Se per il compositore americano Jim O’Rourke “there’s hell in hello”, si potrebbe anche supporre che “c’è del male in Maule” ma per me, cresciuto a pane e VinNatur, la parola male non fa (quasi mai) rima con vino naturale. Presso La Biancara, per l’appunto, se ne produce una versione esemplare battezzata col nome di Garg’n’go, un bianco frizzante sui lieviti da succo di garganega al quale, la primavera successiva alla fermentazione, viene aggiunta una quota di mosto di uve passite per innescare la presa di spuma in bottiglia. Dopo un periodo di riposo in cantina, smussati spigoli e asperità, il millesimo 2020 si mostra oggi in tutto il suo splendore. Le bollicine croccanti, cremose e persistenti trasmettono immediatamente allegria e gioia di vivere. L’etichetta recita: “bubbles amplify the perception of life” e per una volta non è solo di una frase fatta.

Maule

La sensazione è quella di subire uno di quei travolgenti attacchi al pianoforte di Jerry Lee Lewis, classici sentiti e risentiti migliaia di volte che riescono sempre a portarti di peso dalla parte illuminata della luna. E come per il “Live at the Star Club”, registrato ad Amburgo in una di quelle serate in cui the Killer pareva totalmente posseduto dal demone del Rock’n’Roll, anche nel Garg’n’Go non c’è trucco né inganno, soltanto energia vitale a profusione. E se questa roba non riesce a scuotervi spirito e membra, papille e budella, allora per voi non c’è speranza di redenzione alcuna.

[Foto cover: Veritas Selections]

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Nicola Cereda

Brianzolo. Cantante e chitarrista dei Circo Fantasma col blues nell'anima, il jazz nel cervello, il rock'n'roll nel cuore, il folk nella memoria e il punk nelle mani. Co-fondatore di Ex-New Centro di arte contemporanea. Project Manager presso una multinazionale di telecomunicazioni. Runner per non morire. Bevo vino con la passione dell’autodidatta e senza un preciso scopo. Ne scrivo per non dimenticare e per liberarmi dai fantasmi delle bottiglie vuote.

14 Commenti

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Lanegano

circa 11 mesi fa - Link

Il Live in Hamburg di Jerry Lee Lewis non è un disco, è una scena del crimine !!!!!

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Nic Marsél

circa 11 mesi fa - Link

Erano passati 10 anni dalle session del million dollar quartet ma in quel momento Jerry Lee li aveva superati tutti a destra per furia performativa anticipando l'attitudine proto-punk. E' il mio album rock'n'roll preferito di ogni tempo.

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Lanegano

circa 11 mesi fa - Link

Un disco pazzesco. Una furia, una violenza, una cattiveria incredibili.

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Nic Marsél

circa 11 mesi fa - Link

...e un'alluvione di testosterone :-)

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Alessandro

circa 11 mesi fa - Link

Io non ho capito se nell'articolo si parla di filosofia, di scienza, di musica o di vino... mi risulta molto caotica la lettura.. sicuramente è un limite mio.

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Nic Marsél

circa 11 mesi fa - Link

E' tutto un gran casino ma spero che almeno ti sia piaciuto :-) La tecnica è quella del comico che scrive la battuta sulla cartolina: se non piace la battuta magari piace la foto! Qui di istantanee ne ho messe parecchie: tre brani dei Flaming Lips, uno di Jim O'Rourke, un intero album di Jerry Lee Lewis, il film Magnolia di Paul Thomas Anderson, lo straordinario libro "La vita immortale di Henrietta Lacks" di Rebecca Skloot e infine sì anche un vino vivo ed esuberante. Da tutto questo magari un buon suggerimento ne esce.

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Francesco Fabbretti

circa 11 mesi fa - Link

Mamma mia come sei apocalittico Nicola mio: un po' di speranza di redenzione c'è sempre. Ad ogni modo conosco il vino ed in effetti devo dire che di sicuro non ti lascia indifferente. A me non mi ci ha lasciato positivamente ma riesco a capire anche un palato che possa gradirlo di meno, perché è un vino che prende una strada netta, un po' come tutti quelli di Maule. Detto questo, a pensarci e ripensarci, i suoi 2 vini che, dal mio punto di vista, possiedono le carte in regola per piacere all'universo Endomondo sono il So San e il Taibane (per l'assunzione di quest'ultimo io sarei disposto anche a mettermelo in flebo). P.S. Spero tu conosca entrambi

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Nic Marsél

circa 11 mesi fa - Link

Grazie del commento! In effetti potrebbe andare anche peggio :-) Sassaia, Pico e Taibane ok (a volte eccellenti), coi rossi faccio sempre molta fatica, ma non li assaggio da tempo. Dovrei tornarci sopra. Questo frizzante l'avevo assaggiato qui e là in fiera ma è la prima volta che ne stappo in paio di bottiglie e mi ci dedico. Esercizio facile e molto divertente ;-)

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Francesco Fabbretti

circa 11 mesi fa - Link

pensa che io, Taibane a parte, preferisco i suoi rossi ai suoi bianchi (comunque di Maule mi piace un po' tutto, scherzi a parte), come preferisco i rossi di Radikon ai Bianchi o (e qui si aprono le cateratte del cielo) i rossi di Gravner alla sua tanto celebrata Ribolla

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Nic Marsél

circa 11 mesi fa - Link

Sfondi una porta aperta :-) Anch'io preferisco da sempre i rossi sia di Gravner che di Radikon (non che ne abbia bevuti molti dati prezzo e reperibilità). Angiolino deve tutto a Josko, è lui il primo ad ammetterlo ma per fortuna non ha fatto copiaincolla con le infinite macerazioni sui bianchi. Nel suo libro Maule scrive: "Quando andavo in crisi, e mi succedeva spesso dal momento che lavoravo in vigna da solo e non potevo avere scambi di opinioni con nessuno, prendevo l'auto e andavo a trovarlo [...] Mi dette supporto e stimolo per ben 7 anni". Ma ad un certo punto il grande vecchio (penso io) si dev'essere scocciato :-) anche perchè Angiolino scrive ancora: "un altro grande merito che riconosco a Josko è quello di aver tagliato il cordone ombelicale con i suoi allievi per dare modo a tutti di crescere ciascuno con la propria personalità e filosofia di vita". 

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Nic Marsél

circa 11 mesi fa - Link

Francesco, comunque se ne dovessi sceglierne uno solo allora direi Sassaia anche se non è il migliore. E sai perché? Per il prezzo. So che non dovrebbe essere il termine ultimo di giudizio ma un vino così profondamente territoriale (e riuscito) a quel prezzo è davvero difficile da trovare. La macerazione non è né spinta né omologante, il vino è buono da subito ma ha la stoffa per invecchiare come pochi. E pazienza se a volte il petricore prende il sopravvento, non siamo certo dalle parti del fruttino e degli aromi standardizzati, quando l'obiettivo dell'enologo è risultare piacevole per forza di cose a tutti. In questo contesto il prezzo diventa importante in quanto ritengo che un'azienda che si impegna a mantenere un prezzo abbordabile anche quando il mercato sarebbe disposto a pagare di più, sia sempre da premiare.

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Giuseppe

circa 11 mesi fa - Link

in un colpo solo ho conosciuto un gruppo musicale di cui colpevolmente ignoravo l'esistenza e l'incredibile storia di Henrietta Lacks(*) per una volta chissenefrega del vino, in questi giorni fa pure troppo caldo per berlo :-) Grazie Nicola e Buona giornata a tutti (*)ho indagato e, almeno tra gli studenti di medicina, la cosa e' arcinota

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Alessandro Morichetti

circa 11 mesi fa - Link

Concordo in pieno e ho appena comprato il libro su Henrietta Lacks per colpa di Nic!

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Nic Marsél

circa 11 mesi fa - Link

Giuseppe, Alessandro, grazie per la fiducia:-)

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