Un Merlot del Ticino buono e moderno esiste, è quello di Adrien Stevens

Un Merlot del Ticino buono e moderno esiste, è quello di Adrien Stevens

di Simone Di Vito

«Qual è il vitigno tipico del Ticino?», mi chiese lei.
«Il merlot…», risposi sconsolato.
«Allora berremo merlot…»
E io: «Cercherò altro, devo trovarlo, perché non berrò il fottuto merlot!».
Non è una scena tratta dal film Sideways ma un botta e risposta tra me e mia moglie prima della partenza per il Canton Ticino.

La scusa arriva da una visita a mio fratello in Svizzera – che avrei preferito rivedere quando abitava a Basilea, due passi e sei in Alsazia – mentre ora vive nella Svizzera italiana: niente bottiglie renane e riesling ma tanto merlot.

Vinificato in bianco, rosato, “barrriccato” e, dulcis in fundo, spumantizzato. Per Miles (il protagonista di Sideways) sarebbe un inferno. Lo è stato per me, che non più tardi di otto mesi fa grazie a quattro serate dedicate a Bordeaux avevo ricominciato ad apprezzare questo vitigno, ma sono bastati pochi assaggi in Ticino e la voglia si è nuovamente affievolita.

we

La sensazione è stata che il problema del vino ticinese sia non tanto il vitigno in sé ma come viene interpretato. Estrazioni pesanti, concentrazione e vini affogati in barriques nuove appartengono a una concezione di vino arcaica e che riporta un po’ all’enologia di qualche anno fa. Se a tutto ciò aggiungiamo le enormi difficoltà nel prenotare visite, tra assenza quasi totale dai social, risposte alle mail lentissime (quando rispondono), regole turistiche (“ci dispiace, accogliamo solo gruppi dalle otto persone in sù, trovi una cantina più piccola…”) e siti internet che fanno rimpiangere la grafica del Commodore 64, il disastro è fatto. Che fatica!

Ma in un plateau di quasi 80 siti visionati qualcosa finalmente mi incuriosisce: fermentazioni spontanee, lieviti indigeni, barrique usate e solforosa in dosi omeopatiche. Adrien Stevens, viticoltore indipendente.

Prenoto una visita. Proviamo.

edsa

Ad accogliermi al mio arrivo c’è Adrien. Un bel ragazzo, alto, fisico slanciato e classica abbronzatura da vigna. Mi racconta un po’ di sé, del fatto che è partito da zero non avendo nessuna tradizione o vigne di famiglia. Ha studiato viticoltura ed enologia negli istituti svizzeri di Châteauneuf (2001) e Changins (2008), muovendo poi i primi passi in alcune aziende locali. Dal 2015 al 2019, con altri due soci, fonda Cantine Riva Morcôte, dove rimane fino al 2020, quando abbandona la società e decide di mettersi in proprio acquistando la sua attuale proprietà.

Siamo a Monteggio, piccola frazione collinare situata nel Malcantone (regione del Canton Ticino) e che si affaccia sul fiume Tresa, a pochi passi dal confine con l’Italia. 2,7 ettari composti in gran parte da merlot e un po’ di chardonnay, a cui si aggiungerà a breve un nuovo impianto di savagnin (perfetta spalla acida per realizzare un blend in stile tradition ouille di Jura), per una produzione totale che al momento si attesta intorno alle 12.000 bottiglie suddivise in quattro etichette: tre merlot e uno chardonnay.

Sia in vigna che in cantina si lavora in modo rispettoso e sostenibile, con rame e zolfo, estratti di alghe, inerbimento e seguendo quando possibile il calendario lunare. Le fermentazioni avvengono in vasche di vetroresina e senza controllo della temperatura, macerazioni semi-carboniche, pièce borgognone chaufe blanche (non tostate) fino all’8° passaggio, travasi più unici che rari e solforosa solo all’imbottigliamento.

Iniziamo con gli assaggi da botte, dove tra diversi merlot 2022 pre-assemblaggio a colpirmi è stato un cabernet franc nato da una collaborazione con un’amica di Adrien: un bel fruttone, corpo slanciato e tanta freschezza. Inizio ad intravedere la luce.

mer

Passiamo a due Merlot in bottiglia, entrambi Ticino Doc. (I Prezzi riportati sono in franchi svizzeri e si riferiscono a quelli in cantina).

Sottocielo Villages 2022 

Da vari appezzamenti con suoli granitici e a pH acido. Matura 8 mesi in pièce borgognone usate. Finalmente un merlot ticinese che mi fa gongolare. Un impatto immediato di frutta scura sfumata sul ferroso, con beva saporita e carnosa ma comunque fluida, il giusto tannino e una rinfrescante spalla acida di fondo. Un sorso dopo l’altro e non mi stanca mai. Tra i due il mio preferito. Buonissimo. (CHF 21)

Blu di Notte Vieilles Vignes 2021
Cru da suolo sabbioso-calcareo in località Castel San Pietro. 15 mesi in pièce borgognone (20/30% nuove). Cuoio, pepe e frutta scura in un vino a metà strada tra il bordolese e l’alpino, dove concentrazione e opulenza ci sono ma si sciolgono in una beva comunque plastica e dall’indubbia vena acida. Più importante e riflessivo ma anche più impegnativo del precedente. Da assaporare con calma e possibilmente un domani. (CHF 34)

Dove vuole arrivare Adrien? Nessun obiettivo in particolare se non cercare di migliorarsi continuando per la sua strada, che lo vede impegnato al 100% tra vigna, cantina, moglie, una bimba di quasi due anni e un’altra in arrivo. Il vino neanche lo imbottiglia che è già tutto venduto tra Svizzera italiana e tedesca, e lo trovi online solo su alcuni siti svizzeri: una chimera.

Un Merlot del Ticino buono e moderno esiste, ora posso dirlo.

avatar

Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

9 Commenti

avatar

nicola

circa 9 mesi fa - Link

il merlot è vitigno che amo molto anche perché quasi tutte le cantine che lo vinificano [in italia] non lo sanno approcciare. in ticino molto buono anche quello di zuendel [fa anche un inopinato ma ottimo... erbaluce], assaggiato a giugno a SOLOVINO 2023 - A MANO A MANO / Minimo Comune Decespugliatore che però costa un po' di più, diciamo pure che è caro

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 9 mesi fa - Link

...che " quasi tutte" le Cantine italiane non sappiano approcciare il Merlot ...parliamone...

Rispondi
avatar

Nic Marsél

circa 9 mesi fa - Link

Una ventina d'anni fa andai a visitare la piccola azienda Parravicini di Mendrisiotto. Niente di trascendentale ma i loro Merlot me li ricordo tutt'altro che iperestrattivi e concentrati, anzi molto improntati a una beva facile e disimpegnata. Ne acquistai qualche cartone. Ricordo giusto un leggero eccesso di legno nuovo (a mio gusto personale) nella riserva "Cavri" ma anche un'ottima selezione "La Crus" molto equilibrata, fluida e gradevole (ne avevo regalata anche una bottiglia a Joe dell'omonima band). E poi, particolare importantissimo per la Svizzera, prezzi davvero accessibili.

Rispondi
avatar

Simone Di Vito

circa 9 mesi fa - Link

Caro Nic il problema è che enologicamente molti produttori in Svizzera sono rimasti a vent'anni fa... Tra l'altro a quei tempi la vita lì costava la metà rispetto a oggi. Ricordo quando nel 2005 andai a trovare un'amica che faceva le Erasmus a Zurigo, riuscivo a fare il signore anche col mio stipendiuccio da 1000 euro

Rispondi
avatar

Luca

circa 9 mesi fa - Link

Abito a pochi passi dal confine e ho lavorato nella azienda di Zundel, La Terraferma, e vi assicuro che fanno dei vini strepitosi. Provateli e non ve ne pentirete.

Rispondi
avatar

Simone Di Vito

circa 9 mesi fa - Link

Ciao Luca, non stento a crederci ma come ho già risposto ad altre due persone su Fb, Zundel era un'altro tra i papabili per una visita in cantina, purtroppo mi hanno risposto alla mail 15 gg dopo ed ero già tornato in Italia. Saluti

Rispondi
avatar

DeVino

circa 9 mesi fa - Link

Da ticinese non posso che confermare quanto letto nell'articolo (sic!). Purtroppo i merlot ticinesi sono rimasti agli anni '80/'90 ed è raro trovare prodotti che spiccano e meritano posto in cantina...infatti nella mia cantina personale ho pochissime bottiglie di Merlot ticinese, e molte sono regali che quando ricevo fingo di apprezzare. Apprezzo i vini della cantina Mondò di Sementina soprattutto per la loro voglia di sperimentare e la loro personale goliardia. Qualcosa si sta muovendo, giovani come Adrien Stevens si affacciano alla viticoltura non ereditano cantine da qualche genitore e zio e quindi partano da zero con la loro idea. Purtroppo alcuni puntano subito troppo in alto offrendo prodotti si buoni (ma quasi mai 100% Merlot) ma a prezzi assolutamente fuori di testa. A disposizione per un tour dei vini ticinesi!

Rispondi
avatar

Simone Di Vito

circa 9 mesi fa - Link

Ciao e grazie per il tuo commento, ulteriore conferma di quanto ho provato a scrivere in questo post. In Ticino di potenziale ce ne sarebbe eccome, ho visto posti e vigne veramente spettacolari, con cui ci fai poco però se poi il vino lo affoghi di enologia in cantina. Penso che, sia per mentalità, sia per il fatto che il vino si vende (tutto o quasi in Svizzera), a molti uno sguardo al di là del proprio naso interessi poco. Confidiamo nelle nuove generazioni. Saluti.

Rispondi
avatar

Alessandro

circa 9 mesi fa - Link

Da Ticinese confermo anche io quanto letto. Purtroppo il vino viene venduto tutto in Svizzera Tedesca dove apprezzano molto le marmellate e la barrique....ed ecco fatto! Qualche giovane interessante sta arrivando, consiglio oltre a Zuendel anche la Cantina Blass.

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.