Tutte le aziende con chiocciola di Slow Wine 2017
di Alessandro MorichettiRitengo sia da anni una delle liste più interessanti proposte dalle guide di settore, perfettibile come tutte ma ottima traccia di riflessione sulla viti-enologia italica. Quello delle chiocciole di Slow Wine – riconoscimento all’azienda che si contraddistingue per incarnare a fondo lo spirito Slow – è un elenco che punta il riflettore su realtà molto interessanti e da quest’anno, con l’edizione 2017, esclude tutte quelle che ricorrono al diserbo chimico.
Le chiocciole di Slow Wine 2017 sono 193 (5 in più dello scorso anno) e proverranno proprio da queste aziende molti dei circa 1000 vini in degustazione a Montecatini il 15 ottobre in occasione della presentazione della guida (con la novità dei vini dalla Slovenia e dei 100 locali del bere Slow). Quest’anno mi sono iscritto e parteciperò quindi, nel caso, ci si vede là.
Tanti i commenti possibili, vi lascio il mio: quello del giudizio all’azienda è un compito molto, ma molto, ma molto più complicato rispetto al giudizio sui singoli vini. Il margine di errore è decisamente maggiore e gli elementi da considerare molti di più e ben più ardui da indagare. Il lavoro a occhio è sempre parecchio interessante ma una certa tolleranza è strutturalmente necessaria. Io, per sicurezza, non metterei la mano sul fuoco per nessuno (o quasi).
Abruzzo e Molise
Cataldi Madonna
Cirelli
Emidio Pepe
Praesidium
Torre dei Beati
Valentini
Valle Reale
Alto Adige
Alois Lageder
Cantina Terlano
Kuenhof – Peter Pliger
Manincor
Nusserhof – Heinrich Mayr
Pranzegg – Martin Gojer
Unterortl – Castel Juval
Basilicata
Cantine del Notaio
Musto Carmelitano
Calabria
‘A Vita
Sergio Arcuri
Campania
Antonio Caggiano
Ciro Picariello
Colli di Lapio
Contrada Salandra
Contrade di Taurasi
Fontanavecchia
Luigi Tecce
Maffini
San Giovanni
Tenuta San Francesco
Emilia-Romagna
Camillo Donati
Gradizzolo – Ognibene
Paolo Francesconi
Vigne dei Boschi
Villa Papiano
Villa Venti
Vittorio Graziano
Friuli Venezia Giulia
Borgo San Daniele
Damijan Podversic
Edi Keber
Gravner
I Clivi
La Castellada
Le Due Terre
Meroi
Miani
Ronco del Gnemiz
Ronco Severo
Simon di Brazzan
Skerk
Skerlj
Vignai da Duline
Zidarich
Slovenia
Burja
Guerila
Klinec
Marko Fon
Lazio
Casale della Ioria
Marco Carpineti
Sergio Mottura
Liguria
Cascina delle Terre Rosse
Maria Donata Bianchi
Santa Caterina
Walter De Battè
Lombardia
Agnes
Andrea Picchioni
Ar.Pe.Pe.
Barone Pizzini
Calatroni
Cavalleri
Dirupi
La Costa
Togni Rebaioli
Marche
Andrea Felici
Aurora
Bucci
Collestefano
Fattoria San Lorenzo
La Staffa
Le Caniette
Pievalta
Piemonte
Alessandria Fratelli
Anna Maria Abbona
Antichi Vigneti di Cantalupo
Brovia
Ca’ del Baio
Carussin
Cascina Ca’ Rossa
Cascina Corte
Cavallotto Fratelli
Conterno Fantino
Dacapo
E. Pira & Figli – Chiara Boschis
Elio Altare
Elio Grasso
Elvio Cogno
Fiorenzo Nada
G.D. Vajra
Giacomo Brezza & Figli
Giuseppe Rinaldi
Iuli
Le Piane
Luigi Spertino
Mossio Fratelli
Pecchenino
Piero Busso
Roagna – I Paglieri
San Fereolo
Serafino Rivella
Sottimano
Vigneti Massa
Puglia
Attanasio
d’Araprì
Giancarlo Ceci
Gianfranco Fino
Morella
Paolo Petrilli
Polvanera
Severino Garofano Vigneti e Cantine
Vallone
Sardegna
Giovanni Montisci
Giuseppe Sedilesu
Sicilia
Arianna Occhipinti
Barraco
Castellucci Miano
Cos
Ferrandes
Frank Cornelissen
Girolamo Russo
Graci
I Vigneri
Marco De Bartoli
Tenuta delle Terre Nere
Valdibella
Toscana
Antonio Camillo
Badia a Coltibuono
Baricci
Boscarelli
Caiarossa
Caparsa
Castello dei Rampolla
Corzano e Paterno
Fabbrica di San Martino
Fattoi
Fattoria di Bacchereto Terre a Mano
Fattoria Selvapiana
Fontodi
Frascole
I Luoghi
I Mandorli
Il Paradiso di Manfredi
Isole e Olena
Le Chiuse
Le Cinciole
Montenidoli
Monteraponi
Montevertine
Podere Concori
Poderi Sanguineto I e II
Riecine
Salustri
Stefano Amerighi
Tenuta di Valgiano
Val delle Corti
Trentino
Eugenio Rosi
Foradori
Francesco Poli
Maso Furli
Pojer & Sandri
Redondel
Vignaiolo Fanti
Umbria
Adanti
Antonelli San Marco
Barberani – Vallesanta
Fattoria Colleallodole
Palazzone
Paolo Bea
Tabarrini
Valle d’Aosta
La Vrille
Les Granges
Veneto
Bele Casel
Ca’ dei Zago
Casa Coste Piane
Corte Sant’Alda
Il Filò Delle Vigne
La Biancara
Le Fraghe
Leonildo Pieropan
Monte dall’Ora
Monte dei Ragni
Monte Santoccio – Nicola Ferrari
Prà
Silvano Follador
Sorelle Bronca
Vigneto Due Santi
19 Commenti
vinogodi
circa 8 anni fa - Link... è anche una delle mie preferite ... ok qualche dubbio mi assale su certe mancanze e certe presenze , ma è assolutamente nella norma e statistica.... è che un Piemonte senza Aldo Conterno e Giacomo Conterno, senza Giacosa, senza i Mascarello (sia Bartolo che Mauro) , senza Gaja, senza Vietti (anche se ha venduto) , senza Massolino, senza Comm.Burlotto .... &C ... si , insomma, costoro più che fautori del diserbo chimico devono essere avvelenatori ambientali seriali mica da ridere , per non esserci i loro vini, avendoli assaggiati tutti come quasi tutti quelli presenti premiati dai chiocciolai (oeh , mica per sadomasochismo o etilismo cronico , quanto per interesse personale e conoscenza dei produttori ultradecennale) ... boh ...
RispondiAlessandro Morichetti
circa 8 anni fa - LinkQueste sono solo le chiocciole e molti dei menzionati sono tra le bottiglie, stando alla simbologia adottata. Ci sono, insomma.
Rispondimariazzo
circa 8 anni fa - Linkinteressante vedere che le notizie escono prima sui blog che sui canali ufficiali :D
RispondiSergio
circa 8 anni fa - Linkconcordo con il tuo ultimo paragrafo: secondo me anche per il consumatore indicare la cantina e non il vino è molto più utile; sai che sono affidabili con tutti i loro prodotti, e non solo con il vino di punta, introvabile
RispondiSam
circa 8 anni fa - LinkHo visitato la cantina Samperi di DeBartoli un paio di settimane fa giusto con l'inizio della vendemmia, premetto che sono giovane e mi son approcciato al mondo del vino da poco (molte delle "scelte di bevuta" che ho preso son state condizionate anche dalle lettura di Intravino), mi è parsa una di quelle aziende su cui poter mettere la mano sul fuoco. Bellissima esperienza.
RispondiMontosoli
circa 8 anni fa - LinkIl prossimo anno daranno solo la chiocciola a chi usa il cavallo in vigna.....?? Il divario tra vigna Europa ed il nuovo Mondo si fa sempre piu ampio....ma anche le vendite purtroppo..!!
Rispondiandrea
circa 8 anni fa - LinkPer coerenza dovrebbero essere recensiti solo i vini senza alcol, perché questo veleno non scherza al confronto con i diserbanti chimici. Se si è disposti a bere una bevanda alcoolica di fronte al danno provocato dall' alcool tutto il resto è relativo. Ipocrisia e conformismo del politicamente corretto danno più nausea di una bevuta un po' sopra le righe.
RispondiSergio
circa 8 anni fa - Linkmi pare un bell'esempio di "benaltrismo" il tuo; intanto comincia a pensare che i dìiserbanti chimici danneggiano anche chi il vino non lo beve... e l'ambiente tutto. Poi se tu vuoi farti del male a casa tua, chiuso nella tua stanzetta, fai pure, basta che poi non ci siano costi sociali per gli altri.
Rispondiandrea
circa 8 anni fa - LinkIl termine " benaltrismo" e' molto caro a quelli come te che, sentitisi punti nel vivo, e incapaci di sostenere il peso della realtà, con inutile e ingiustificato complesso di superiorità ritengono che solo le loro siano ragioni, il resto " benaltro" Prosit.
RispondiPaolo Cianferoni
circa 8 anni fa - LinkSono onorato. Certo è che il tentativo di dare un'indicazione sulle aziende che adottano precisi indirizzi di sostenibilità è unico ed originale in questo mondo di vino a volte caotico.
RispondiTino
circa 8 anni fa - LinkMah, non sono poi troppo impressionato. Si vuole fare una mix fra criteri strettamente obiettivi come il diserbo chimico e criteri prettamente subiettivi quali l'inclinamento del produttore verso lo spirito slow. Per il primo criterio ci vogliono controlli sistematici (non per niente ci sono le certificazioni ecc.). Basandosi sulla parola del viticoltore, purtroppo c'è il rischio di cascarci. Mi sa che una guida si dovrebbe concentrare soppattutto sui criteri subiettivi, e lasciar fare gli audit ai professionisti del ramo. Magari indicando quanto declarato dal viticoltore. PS, ma in Sardegna, lo spirito slow c'è solo a Mamoiada? E Dettori, dato che I suoi vini certamente "condensano nel bicchiere l’identità del territorio d’origine" come mai non c'è? Mica si è "convertito" e ha cominciato a usare diserbanti... ;)
RispondiRinghio
circa 8 anni fa - Linkmah Dettori aveva la chiocciola come anche Manca Pane e Vino. Entrambi hanno rinunciato ad averla anni fa. C'è ancora qualcuno che pensa a fare solo vino..
RispondiAntonio
circa 8 anni fa - LinkMi avrebbe fatto piacere vedere un Tonino Arcadu di Gostolai oppure un Gabbas che almeno lavorano solo le loro uve che coltivano e non come i mamoiadini che comprano uva e vino da noi di Oliena e non è tutto biologico anzi. Ma quelli di slow food ci sono abituati a prendere cantonate. Oliena che ha portato il cannonau nel nuorese nel 1600 viene premiata sempre meno dalle guide e solo perché si sono incantati con la favoletta di mamoiada che hanno iniziato a fare vino trenta anni fa.
RispondiLorenzo
circa 8 anni fa - LinkPersonalmente vedo che il mondo del giornalismo di settore del vino in generale e quello delle guide in particolare, in Italia, ha raggiunto dei livelli infimi. Questa dell'abiura dell'utilizzo del diserbo mi ha fatto parecchio ridere, perchè si vede come per vendere qualche copia in più della guida, si cerchi di abbindolare il consumatore che, ahimè, ben poco ne capisce". Cosa vuol dire "conditio sine qua non per ottenere questi due riconoscimenti è l’abbandono dei diserbanti chimici in vigna" Come lo provano che non sia stato usato il diserbo? Si fidano di una banale dichiarazione del produttore? Non mi sembra che lo slow food sia un ente certificatore e vada facendo controlli periodici in vigna. Anche perchè, per chi non lo sapesse, tutte le molecole chimiche hanno un periodo di decadimento e di rilevabilità. Maddai, ma cerchiamo di essere seri su, cerchiamo di dare ai consumatori delle informazioni VERE, Basta con il marketing ed il sensazionalismo... E, soprattutto, cercate di essere etici quando date informazioni ai consumatori, che il diserbo andrebbe bandito, ma così, rischiate solo di prendere in giro chi vi legge.
RispondiAle87
circa 8 anni fa - LinkFanno controlli periodici in vigna...
RispondiRoberto Dal Ponte
circa 8 anni fa - LinkBene. Vent'anni orsono il mondo degli enostrippati campava sulla diatriba barrique vs no barrique. Da qualche anno oramai la tenzone è fra naturalisti e industriali. La qualità del vino, mi raccomando, sempre per ultima.
Rispondisergio
circa 8 anni fa - Link"Bene. Vent'anni orsono il mondo degli enostrippati campava sulla diatriba barrique vs no barrique. Da qualche anno oramai la tenzone è fra naturalisti e industriali". E molti sono i narratori che sono passati dalla prima narrazione alla seconda. Nessuno che taccia o si faccia da parte. I consumatori hanno, comunque, bisogno di narratori da seguire e di "GUIDE". Quelli che dimostrano più indipendenza rischiano sempre qualcosa perché, a volte, disturbano. I modi per isolarli sono sempre gli stessi dalla notte dei tempi.
RispondiFiorenzo Sartore
circa 8 anni fa - LinkNo, aspettate un attimo, fatemi giocare al difensore d'ufficio: capisco che le diatribe siano stucchevoli, quando prendono poi la piega del talebanesimo sono il primo a stuccarmi, ma potrebbe essere che, davvero, lo scopo delle discussioni su barrique e naturalismi sia proprio la qualità del vino, no? (Per rispondere a Roberto). Quanto a quel che dice Sergio, ci potrebbe stare che in vent'anni si cambi idea (sì lo so messa così è facile). Però vent'anni sono tanti, e io su questo lungo periodo ho assistito davvero a belle giravolte. Ma nuovamente: magari hanno motivato in modo credibile, no?
RispondiGuido
circa 8 anni fa - LinkSempre un piacere leggervi...
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