Ten | La carta dei vini di Intravino – Novembre 2023

Ten | La carta dei vini di Intravino – Novembre 2023

di Simone Di Vito

Dieci consigli al mese dalla redazione di Intravino.

Tanto vino ma anche birra e distillati. Prodotti che quando li trovate a scaffale, online o al ristorante, noi vi consigliamo di comprare e vi diciamo anche perché ne vale davvero la pena.
Ogni consiglio è firmato da un editor che ci spiega perché quel flacone meriti tutta la nostra attenzione.

Poca poesia e tanta prosa, poco fumo e tanto arrosto. Un post ogni fine mese in cui troverete novità, cimeli storici, bombe a lunga gittata, solide certezze o produzioni sconosciute. Bottiglie di ogni ordine e grado che per noi meritano la massima attenzione, o più semplicemente di essere prese e stappate.

Questo è… Ten | La carta dei vini di Intravino


Novembre 2023


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Filipa Pato
 • 3B Blanc de Blancs brut nature • di Simone Di Vito
Figlia di uno dei più importanti produttori portoghesi, Filipa ha però fondato la sua azienda nel 2001 partendo da zero e iniziando da alcuni vigneti in affitto a Bairrada. Produce vini “autentici e senza makeup” come è riportato in ogni sua etichetta, tra i quali c’è questo metodo classico ricavato da uve bical (70%), Maria Gomes (23%) e sercial (7%) selezionate da vari appezzamenti argillo-calcarei affacciati sull’Oceano Atlantico. Prima fermentazione spontanea e mediante lieviti indigeni, solo 9 mesi sui lieviti, nessuna filtrazione o dosaggio. La balsamicità di timo e rosmarino, le vampate di salsedine e agrumi freschi, un sorso dalla spuma soffice, cremosa e che ti esplode in bocca, dove acidità e rimandi sapidi pungolano lingua e palato, sfumando su un lungo finale amarognolo e da salivazione grassa; oltretutto danzando splendidamente su un bel piatto di polpo e patate. Tanta facilità di beva, piacevolezza e un rapporto qualità-prezzo ineccepibile, ma sono pronto a scommettere che con qualche anno potrà regalare sorprese anche in termini di complessità.
15 € – Online


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La Chaume des Lies • Bourgogne Aligoté 2021 • di Simone Di Vito
In una serata tra appassionati a tema Borgogna bianca 2021, tra burrosi chardonnay e aligoté eccessivamente marcati, questo invece ha fatto la sua porca figura. Solare, leggiadro e sbarazzino quanto basta, sa di mentuccia e aneto, di zenzero, dalla scorza di lime si arriva alla mela Smith, aprendosi al gesso in ogni sorsata, con un equilibrio che è leggermente esposto su un’acidità ficcante ma integratissima con il leggero alcol (11% vol), nessun peso o sovrastruttura, solo tanta fresca bevibilità per un vino coerente col proprio terroir oltreché con un’annata un po’ disgraziata ma inquadrata come classica. Un aligoté puro prodotto in quel di Bouzeron (Côte Chalonnaise) da un’azienda giovane e alla sua prima annata, e chi ben inizia…
20 €Online


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Paltrinieri  Lambrusco di Sorbara Leclisse 2022 • di Nicola Cereda
C’era la cassœula per la quale Paolo aveva smesso, in via eccezionale, i panni del vegetariano e c’erano le questioni enormi per le quali nessun vino può essere adatto, figurarsi un Lambrusco, figurarsi uno Charmat. Tra la rifermentazione in bottiglia e quella in autoclave corre la stessa differenza che esiste tra una registrazione su nastro analogico e una in digitale aggiustata con Pro Tools. Leclisse di Paltrinieri, Sorbara metodo Martinotti, è pregevole sostanza in precisione digitale. Quando la partitura è buona e l’interprete ha talento, la tecnica utilizzata per immortalarne la performance diventa solo un insignificante dettaglio. Gran vino rosa (ma sì… è rosa!) con le bolle.
12 € – Online


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Château Fombrauge • Saint-Émilion Grand Cru Classè 2014 • di Stefano Senini

Che meraviglia le mezze bottiglie! Sono sempre più difficili da trovare, ma mi pare che non possano mancare in una carta dei vini, né in una cantinetta casalinga che si rispetti. Questo Saint-Émilion del 2014 proviene dall’universo di cantine di Bernard Magrez, un impero su cui non tramonta mai il sole (va dall’Uruguay al Giappone, dagli Stati Uniti al Marocco); è l’ultimo superstite di un mio vecchio acquisto, ma solo ora ha raggiunto la piena maturità: esemplare nei profumi caldi di confetture, tabacco umido e caffè, ingentilito da note balsamiche, in bocca entra sontuoso e vellutato, con i suoi tannini potenti ed eleganti allo stesso tempo. Forse la prevalenza del merlot (85%) lo rende po’ monocorde, ma in questo formato è l’ideale se si è da soli a bere, oppure se serve un abbinamento con una sola portata (nel mio caso, formaggi stagionati, ma solo perché non avevo a disposizione un gigot d’agneau).
30 € – Online (prezzo a cui trovate la 0,75 ma di annate più recenti)


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Tre.mi.la • E-migrante 2022 • di Marco Colabraro
Nerello mascalese, alicante (grenache) e altre uve autoctone macerano tre giorni, fermentano in acciaio e se ne vanno in vetroresina. La cantina è giovanissima (2020), ma le vigne – perlopiù ad alberello – no, hanno tra i 20 e i 70 anni e affondano su terrazze tra le più ripide del versante ovest dell’Etna, appena fuori doc. I segni del vulcano non mancano, l’assaggio non è complesso ma tutto giocato su beva e sale. Lampone e rosa canina, pepe e chiodo di garofano. Nessun impegno, buona grazia. Se continua di questo passo… una nuova realtà è in rampa di lancio.
22 € – Online


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Paride Chiovini • Ghemme Docg 2015 • di Giorgio Michieletto

Quando si parla di Ghemme spesso si cita un vino austero, un nebbiolone da abbinare a una guancia brasata o giù di lì. Qui però c’è innanzitutto l’eleganza dell’Alto Piemonte e la tensione di una bottiglia che vola via. Il naso è profondissimo: viola appassita, rosa, tutto il bosco d’autunno, tabacco, poi macchia mediterranea. Il frutto in bocca è croccante, lampone, ciliegia, poi pepe nero, ginepro, rabarbaro. Il tannino è già integrato. Tanta sapidità e una lunga vita davanti.
25 €dal produttore


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Produttori del Barbaresco • Barbaresco 2018 • di Marco Colabraro
Nel 2018 i Produttori scelgono di non fare riserve e ci regalano questo Barbaresco che è un invito alla gioia. Di sorso in sorso la bottiglia si volatilizza in breve. L’assaggio equilibratissimo rivela tutta l’eleganza del nebbiolo di zona: sorprende un accenno di pepe bianco che guida spezie più dolci. Vino dal carattere verticale, un corpo agile ma ricco di nerbo, che rimane in bocca a lungo. Una garanzia.
25 € dal produttore


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Dettori • Cannonau Romangia Tenores 2015 di Nicola Cereda 
I vini migliori riducono al silenzio o invitano al canto. Il Tenores 2015 di Dettori è così buono da indurre entrambe le reazioni. Dapprima ammutolisci intimidito e meravigliato, cosciente d’aver ficcato il naso in qualcosa più grande di te. Poi bevi e non puoi che abbandonarti al suo avvolgente, caloroso abbraccio che non ti lascia finché, in piena suggestione, non provi a liberare un canto ancestrale dal profondo dell’anima. La macchia mediterranea in un’assolata giornata estiva, le coccole ipnotiche del fuoco nel crepuscolo invernale. Da provare almeno una volta nella vita che altrimenti non puoi dire d’averla veramente vissuta.
45 € – Online


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Ritual Lab • Ritual Pils Italian Pilsner • di Gianluca Rossetti
È la loro prima birra, prodotta dal 2013 inizialmente nell’ambito di un progetto Beer Firm. Siamo a Formello (RM), Ritual Lab il birrificio, in realtà è anche un po’ altro: Tap Room, laboratorio di formazione in cui si è sperimentato molto, set di collaborazioni importanti, sviluppo di un impianto ipertecnologico. Dieci anni buoni di produzione alle spalle e una valanga di premi sul groppone. La birra è semplicemente buona da morire: bollicine finissime che portano su profumi di erba sfalciata, pepe bianco, agrumi. Latta che corre via veloce, complice la decisa punta di amaro (corredo imprescindibile per la tipologia) e quel giusto tenore alcolico (4,9%) che scalda senza frenare il sorso. Bella la persistenza sempre su note amaricanti e agrumate. Si fa chiamare Italian Pilsner per via del leggero dry hopping, processo che applicato alla bassa fermentazione è un po’ un nostro marchio di fabbrica.
4,80 €Online (lattina da 0,33l)


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Villa Zarri • Brandy Italiano 16 Anni • di Thomas Pennazzi
Finora si è scherzato: ma con l’autunno torna la voglia di bicchieri che regalino complessità e sofddisfazione. Villa Zarri è l’unica azienda italiana che impiega con risultati eccellenti il metodo cognacense. Questo 16 Anni ve lo dimostrerà al primo sorso: dal naso aromatico, intenso in bocca, ed equilibrato nel lungo finale tra frutto, tannino, ed alcool ben integrato. Non abbiate fretta di berlo, un calice vi farà divertire per tutta la serata.
60 € – dal produttore (bottiglia da 0,50 cl)


 

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

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