Il vino è rosa, volume straordinario. Un Decalogo da mandare a memoria

Il vino è rosa, volume straordinario. Un Decalogo da mandare a memoria

di Nicola Cereda

“È inutile scervellarsi sulla definizione essenziale del vino rosa, come su quella degli altri vini o di altri oggetti. Da sempre il mondo dell’arte è andato alla ricerca di una definizione dell’arte, ma la sua assenza non ha impedito la produzione artistica – anzi l’ha forse alimentata proponendo di volta in volta punti di vista diversi e innovativi”.

Il vino è rosa, libro di Giulia e Luigi Cataldi Madonna pubblicato all’inizio del 2024, è proprio ciò che mancava per fare chiarezza sul grande mistero della sacra trinità enologica: bianco, rosso e (ebbene sì) rosa.

Cosa ho imparato da questo saggio illuminante che riscrive la storia del vino in chiave rosa? Provo a spiegarlo con un decalogo tipo tavole della legge da incidere nella pietra rosa. Da Mosè a (Cataldi) Madonna…

1) I nomi sono importanti. Rosato, Rosé, Chiaretto, Cerasuolo, Kretzer sono facce diverse della stessa medaglia: il vino di colore rosa. Utilizziamo allora una terminologia azzeccata e chiamiamolo “vino rosa”.

2) Il primo vino prodotto dall’uomo (con uve rosse) è rosa. Una spremuta di succo d’uva fermentata senza bucce né raspi. Così è stato presumibilmente per qualche millennio. La vinificazione con le bucce inizia nel tardo Medioevo. Ne consegue che il vino rosso presente oggi sulle nostre tavole è un’evoluzione del vino rosa con progressivo aumento del contatto con le bucce del mosto in fermentazione.

3) Fino alla rivoluzione francese, il vino della migliore qualità si chiama “rosso” ma si dipinge col colore rosa, come emerge in maniera inoppugnabile dai grandi quadri del passato. Non so di cosa sia fatto il sangue di San Gennaro ma quello di Cristo è più simile a un Tavel che a uno Château Petrus.

4) Il vino rosa ha carattere bipolare per distinzione nel metodo produttivo e pertanto può essere:
– ottenuto da una vinificazione senza bucce di uve rosse
– risultato di una parziale fermentazione con le bucce di uve rosse
Un vino prodotto col primo metodo non è necessariamente di colore più chiaro di un altro ottenuto col secondo metodo, in quanto la presenza degli antociani responsabili della colorazione varia al variare dei vitigni utilizzati. Non esiste comunque alcuna correlazione tra colore e qualità del vino.

5) Il rosa da salasso è il male perché danneggia la reputazione dell’intera tipologia. La tecnica del salasso serve solo a concentrare il vino rosso e dà origine, come sottoprodotto di scarto, a un vino rosa di qualità scadente. Il vino rosa da taglio (per colorazione e non per vinificazione) è il male assoluto. Il vino rosa derivato dal taglio di vini rossi e bianchi è consentito dalla normativa europea che ne demanda l’eventuale divieto ai singoli disciplinari.

6) Secondo la vigente legislazione europea il vino rosa (rosato o rosé) è semplicemente vino rosso.

7) Il vino rosa si produce a partire dalla vigna e la vigna necessita di cure specifiche affinché si produca buon vino rosa. Il vigneto misto (multi varietale) offre maggiori garanzie in termini di regolarità produttiva ma se l’obiettivo finale è ottenere un vino rosa di alta qualità questa configurazione presenta criticità e complessità crescenti al crescere del numero di cultivar utilizzate.

8) La prima etichetta rosa prodotta in Italia risale al 1892 e testimonia la tradizione rosatista della Puglia. È il Canal Gentile delle Cantine Pavoncelli di Cerignola.

9) Oggi in Francia un bevitore su tre beve vino rosa, in Italia uno su venti. La mia cantina di sedicente appassionato della tipologia annovera un misero 15% di bottiglie rosa. Insomma, in Italia se ne parla poco e se ne beve ancora meno. È solo un problema di comunicazione oppure esiste un effettivo problema di qualità?

10) La qualità intrinseca di un vino rosa dipende da come e perché è stato prodotto. Il futuro del vino rosa passa per la chiarezza con la quale saremo in grado di comunicarne il metodo produttivo. Al momento la confusione impera ed è certificata all’interno dei disciplinari.

Al netto delle poche dissonanze (“il rosa è corporeo, ha il colore della carne” è una frase che oggi suona proprio male; la sezione dedicata a raspi e diraspatura, sebbene funzionale alla narrazione, è piuttosto prolissa; spazio maggiore avrebbero meritato, per sgombrare il campo da dubbi e ambiguità, i bianchi moderni ottenuti da uve rosse e gli orange da macerazione di uve bianche che riprendono la millenaria storia georgiana), mi porto a casa tutto il resto che è di eccelso valore didattico e divulgativo.

Credo che nessuno prima d’ora, in Italia, si sia spinto così in profondità a sviscerare il fenomeno storico-culturale del vino rosa. Ecco perché si tratta di un volume straordinario, fuori dal comune, speciale, singolare.

Ora, se siete arrivati fino a qui e non vi accontentate dei dieci comandamenti, cercate questo libro e immergetevi nella lettura che, come recita il sottotitolo, vi condurrà tra i meandri della storia, della tecnica e dell’arte. Garantisco che ne sarete ampiamente ripagati. E magari procuratevi un paio di bottiglie di Cerasuolo Pié delle Vigne, una da bere subito e una da conservare in cantina. La pratica, si sa, vale quanto la grammatica.

Il vino è rosa
di Giulia e Luigi Cataldi Madonna
208 pagine
Topic Editore

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Nicola Cereda

Brianzolo. Cantante e chitarrista dei Circo Fantasma col blues nell'anima, il jazz nel cervello, il rock'n'roll nel cuore, il folk nella memoria e il punk nelle mani. Co-fondatore di Ex-New Centro di arte contemporanea. Project Manager presso una multinazionale di telecomunicazioni. Runner per non morire. Bevo vino con la passione dell’autodidatta e senza un preciso scopo. Ne scrivo per non dimenticare e per liberarmi dai fantasmi delle bottiglie vuote.

18 Commenti

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Lanegano

circa 1 mese fa - Link

Con me sfondi una porta aperta..... Alcuni Vini Rosa sono verio capolavori assoluti : Tondonia Rosado, Chateau Simone Palette, Il Nervi di Conterno e Canta Manana del fu Alain Castex su tutti nonchè una miriade di altri bellissimi esemplari di vinificazione Rosa.

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Marco B.

circa 1 mese fa - Link

Bella scelta. Aggiungo Le Cince di De Fermo,Il rosato di Massavecchia Uroebi di Our wine e Bonavita rosato

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Giuseppe

circa 1 mese fa - Link

Così passerò la mia estate: bevendo rosa, leggendo la Rosea! Pardon la divagazione, scontata ma dovuta, la battuta, e, poi, si sa, anche l’abbinamento cromatico è importante. Un consiglio enoico non richiesto, ma da tenere a mente se si inciampa in queste due aziende: CORTE DE PIERI (VI) LA ROVESCIATA - Rosé Sui Lieviti – IGT Rosato Veneto LA SCALATA -Pinot Grigio Delle Venezie DOC (versione ramata, come una volta, quando Grigio aveva ancora un significato preciso) TERRE GROSSE (TV) RABOSO ANCESTRALE – Raboso IGT Veneto

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Spanna

circa 1 mese fa - Link

Acquistato un paio di mesi fa e ho avuto la sua stessa impressione di ricevere una ( illuminante) rivisitazione della storia del vino nel nostro paese. Saggio da corso universitario non propriamente agile ma dai contenuti di spessore.

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Nic Marsél

circa 1 mese fa - Link

La tesi del vino rosa come precursore del nostro rosso (e non viceversa) è assolutamente originale, affascinante e piuttosto documentata. Secondo me non tutto fila liscio. Non ho elementi per provarlo ma credo che in quella che è l'odierna Georgia, è possibile che la fermentazione sulle bucce sia pratica millenaria. Inoltre, per estensione, anche i bianchi da uve rosse dovrebbero essere chiamati rosa anche quando di colore rosa non sono per nulla. Infine gli stessi vini bianchi dovrebbero essere chiamati "gialli" in quanto quello è il vero colore. Comunque il merito indiscutibile del libro è quello di aprire una discussione su un vino che apparentemente non è mai esistito (e non esiste nemmeno oggi per la legislazione euripea) e che invece portebbe essere il vero fulcro della storia di questa bevanda.

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vinogodi

circa 1 mese fa - Link

...Rosa di Cuti di Nicola Ferri : miglior rosato Qualità / Prezzo del sistema solare...

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Lanegano

circa 1 mese fa - Link

Anche Sinespina Cascina Melognis ha un felicità prezzo straordinario.

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Redento Picello

circa 1 mese fa - Link

Ma che dire,....dopo aver bevuto un 2012 dei f.lki Calò, il Mjere da uve Negramaro...un capolavoro da veri artigiani della vera storia vinicola Salentina....ebbene sí...un vino da salasso, "rubato" con il sistema a goccia. Un rosato corallo, spontaneo, mineralissimo, con dote di elegante acidità, che, come ritrovato in bottiglia, dopo tanti anni, quando magari un Tavel è già morto, è ancora a disposizione, tutto in equilibrio, per eleganti e suadenti sensazioni. Ne ho ancora una,...a disposizione !! Altro che vino da risulta !!

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Nic Marsél

circa 1 mese fa - Link

Sul rosa da salasso il libro è tranchant sebbene vengano riconosciute le dovute eccezioni. Nel capitolo dedicato si spiega anche che la posizione dell'autore è tutt'altro che universalmente riconosciuta. Sandro Sangiorgi, ad esempio, viene citato come uno dei maggiori sostenitori di questa tecnica. Il mondo rosa è parecchio diviso sul tema. La tentazione di "prendere due piccioni con una fava", cioè concentrare un rosso e contemporaneamente ottenere un rosa da aggiungere al catalogo aziendale è quasi irresistibile ma (sempre secondo l'autore) in questo modo vengono a mancare i prerequisiti per creare un vino rosa di qualità in quanto tutto quanto, dalla vigna alla cantina, è stato programmato in funzione di ottenere un buon rosso se non addirittura di salvare un rosso zoppicante a causa di un'annata infelice.

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Roberto

circa 1 mese fa - Link

Rapporto q/p sbalorditivo, secondo me, per Il Mimo di Antichi Vigneti di Cantalupo, a Ghemme. Bevuto nel bicchiere nero dà dei punti a tanti Spanna o Nebbioli.

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Topic

circa 1 mese fa - Link

L’editore ringrazia, anche se non ci avete citato….

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Alessandro Morichetti

circa 1 mese fa - Link

Aggiunto in extremis ;-)

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Pierluigi

circa 1 mese fa - Link

Il vino rosa è quanto di più poetico ci può essere nel mondo del vino. L'assaggio di un rosa è complessa il che la rende sempre affascinante. Personalmente li adoro. La mia top 5 (anche è soprattutto per la storia che essi stessi evocano e racchiudono) Grayasusi etichetta argento di Ceraudo Pie' delle Vigne di Cataldi Madonna Il rosato Igt di Bonavita Tavel di Château d' Aqueria L'Irreductible Bandol Rosé di Domaine de la Begude Fuori classifica e menzioni speciali per due vini della mia terra Il Fromboliere di Cantine Orgosolo da uve Cannonau Filare 40 rosato di Agricola Giacu da uve nebbiolo nel Mandrolisai Ogni bottiglia oltre che essere piacevolissima, racchiude una storia per cui vale la pena comprarla

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marco

circa 1 mese fa - Link

In Puglia, dove il rosato ha una tradizione forte, ho sentito negli anni varie opinioni sul vino rosato che poi, in gran parte, sono state smentite. Ora si fanno Rosati in tutte le regioni italiane e con quasi tutti i vitigni. Secondo me, il rosato è la dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, della potenza della TECNICA ... per fare il vino. Genetica, Terroir vengono dopo. E a dimostrarlo è anche il fatto che tra i rosati di Puglia, che sono molti, fatti con le stesse uve e nello stesso territorio, le differenze tra i rosati in commercio ci sono ed è la TECNICA in CANTINA che decide che rosato si vuole ottenere. Tutto il resto è retorica, comunicazione, chiacchiere per influenzare il cliente(e specialmente l'uomo contemporaneo che ha bisogno di ...storie... di storitellyng ... e di cantastorie ... che gliele racconti) Poiché io bevo a tavola Nero di Troia propongo un rosato da questo vitigno.i Il Gelso Rosa 2022 (uva di Troia 100%)

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Vinogodi

circa 1 mese fa - Link

...P2 rose' 1996 ... un buon rosato frizzantino....consiglio vivamente...

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John

circa 1 mese fa - Link

Forse lo si da tutti per scontato, ma non citare il, anzi IL, Cerasuolo di Valentini mi sembra un atto ai limiti della legalità. Poi con 5, 10, 20 anni sulle spalle...

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Sisto

circa 1 mese fa - Link

"Il vino rosa derivato dal taglio di vini rossi e bianchi è consentito dalla normativa europea che ne demanda l’eventuale divieto ai singoli disciplinari". Posto che si produce vino (e quindi vino rosa) (quasi) in ogni nazione al mondo e qui delle leggi UE se ne fregano (tanto è vero che producono ed etichettano tanto champagne, marsala, prosecco, chianti, brie, gorgonzola, parmigiano reggiano, ecc), plaudo alla precisazione sopra posta dall'autore. Anche su questo spazio ogni tanto ho dovuto emendare idiozie tipo "in Italia non si può produrre vino rosato da miscela di vino rosso con vino bianco se non per fare spumante". Notevole anche il passaggio (raro) che ricorda che il vino rosa di alto livello nasce da un progetto ac hoc in vigneto, e non né in cantina né tanto meno al rep. marketing.

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Sisto

circa 1 mese fa - Link

Aggiungo che è giusto sottolineare che il vino rosa da taglio di colore B/N (può essere sia da uve che mosti che vini) è il male assoluto. Confermo. Ma anche e soprattutto quando trattasi di spumante. Che appartenga a denominazioni famose e prezzi per acchiappa ignoranti è vieppiù esecrabile. Il rosé bevuto - con aulica albagia - dal sapiente è 100% bacca nera (sentenza).

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