Sicilia en Primeur 2012 | Tutti gli assaggi, parte seconda. I vini rossi, e i vini dolci

di Andrea Gori

Grande attesa per i rossi dell’Etna dell’annata 2011, che si preannuncia grande come e più della 2005 e della 2008, anche se ovviamente diversa quanto a carattere. Tra assaggi en primeur e da botte le aspettative sono alte, ma anche nei vini 2009 e 2010 la qualità è notevole e significativa, pur con ovvie preferenze per la 2010. Uso del legno in fase di assestamento, realtà come Cottanera che maturano tanto, piccole aziende che si sono assai pulite: una media davvero incoraggiante.

Barone Villa Grande Etna Rosso 2009
Accattivante lampone e sapidità, fruttato bello, finale asprigno, però. 78
Serra della Contessa 2006 Benanti
Note appena evolute, china e cuoio, amarene, bocca ispida non del tutto risolta. 82
Benanti Rovvitello 2007
Floreale, viola e ciliegia, frutta fresca, lamponi in confettura e prugne, fumè e china. 85
Pietradolce Archineri Etna Rosso 2008
Ricco e profondo già dal naso, dolce vaniglia, pepe e cardamomo, bocca bella fresca dinamica, bella lunghezza, di carattere. 86
Erse 2010 Fessina
Lampone e ribes rosso, acchiappa subito e convince, bello anche in bocca, sapido e fruttato. 84
Cottanera Etna Rosso 2008
Ampio fine e delicato, floreale e ciliegia, bocca molto ricca, tannino vivace, bel finale con arancio candito e bergamotto. 86
Cottanera Fatagione 2010 Nerello Mascalese e altro
Pepe ribes e peperone, il nerello è schiacciato dagli internazionali, fa capolino solo in bocca e rinfresca il quadro un poco fosco. 80
Cottanera Barbazzale 2011
Da vigne giovani, solo acciaio. Intenso lampone e ciliegia cotta, esplosivo quasi di fiori e resina, bocca immediata succosa, per quello che costa notevole davvero. 84
Benanti Nerello Cappuccio il Monovitigno 2006
Dolce e ruffiano, vanigliato; fragola, bello e carino anche se stucchevole ma è appunto “didattico”. 81
Benanti Nerello Mascalese Il Monovitigno 2007
Ombroso e terroso, cupo ma affascinante, frutta nera, tannino deciso. 83
Lavico Duca Salaparuta 2009
Semplice ma genuino Etna, ciliegie candite e mela rossa, bocca carina e tipica. 83
Etna Rosso Graci 2010
Delicatamente etneo e convincente, frutta di bosco rossa e nera, marasca e citrino, in bocca bello fresco. 83
Etna Rosso Graci Quota 600 2010
Nocciola e salamoia, lamponi e ribes rosso, bocca ancora compressa ma bella dinamica, bel frutto. 89
Etna Rosso Graci Quota 600 2009
Molto succulento già dal naso, bel frutto deciso, intenso e quasi balsamico, bocca dal bell’equilibrio, da tavola, finale fruttato fresco. 87
Tascante 2009 IGT Sicilia Nerello Mascalese
Appena plasticoso, lampone caramella, pepe rosa bocca fresca, agrumata. 83
Musmeci 2008
Sottilmente floreale e appena terroso, tabacco e bergamotto, amarena, bocca intensa e balsamica. 90
L’Ardenza Cottanera 2010 Mondeuse 100%
Simpatico e allegro, fragola in confettura e mora, bocca fresca, fine e fumè. 85

Parlando di nero d’Avola, (negli assaggi anche in blend con vitigni internazionali) Attilio Scienza afferma che bisognerebbe smettere di riferirsi ad un Nero d’Avola generico, per scendere nei dettagli, perché si tratta in realtà di una famiglia – come e quasi più dei vari sangiovese. Ognuno adattato a zone diverse dell’isola e con caratteri diversificati, e perciò non sempre portatori di un’idea di vino univoca. Di certo l’assaggio di tante versioni per ora ci fa capire come abbia un grande presente come vino immediato, accattivante bevuto giovane mentre ancora sulla lunga distanza – tranne pochissime eccezioni – abbia ancora molto da fare. Dubbi sui vari blend da Merlot Cabernet e Syrah: a parte 3-4 esempi, classe personalità e struttura elegante faticano ad emergere, e molti ripetono i vini premiati negli anni ’90 e 2000 senza innovare. Saranno importanti per certi mercati ma al palato di oggi appaiono, più che cattivi, un po’ inutili alla “causa” del vino siciliano.

Arianna Occhipinti Siccagno 2009
Leggera volatile, tabacco, pepe, frutta lieve, non particolarmente aggraziato. 78
Baglio di Pianetto Shymer IGT Sicilia 2010 Syrah Merlot
Pepe e carne, in bocca frutta ma con spunto fresco, non male. 83
Baglio di Pianetto 2007 Ramione Merlot Nero d’Avola
Scuro e fruttato nero, mirtillo, bocca piena e decisa, non brillantissima. 78
Baglio di Pianetto Carduni Petit Verdot 2006
Pepe verde, floreale, ricco, allegro classico del petit verdot e con accenno di corpo e struttura, tannino non finissimo. 84
Frappato Cos 2009
Terroso e appena floreale, salato, resina e musk, bocca fresca tipica del frappato con bella acidità e finale lungo e saporoso. 84
Frappato Arianna Occhipinti 2010
Ciliegia, lieve vegetale simpatico, floreale di rosa, alloro, cedro candito, cannella, pepe lieve, bocca sospesa ma lieve, fresca, diretta con lieve pizzicore tannico e sensazioni di legno avvertibili piacevolissime. 87
Frappato Arianna Occhipinti  2011 (da botte)
Ricco profondo, esaltante quasi, un bel cavallo di razza, darà grandi soddisfazioni, forse il migliore di Arianna fin qui. 90+
Mille e una Notte Donnafugata 2007
Spezia d’Oriente e cardamomo, prugna e amarena, mirra e alloro, bocca sontuosa e ricca, tannino vispo ancora in affinamento, finale agrumato candito e largo. 87
Cerasuolo Feudi del Pisciotto 2010
Fresco sapido, floreale elicriso e mammola, ciliegia sapida e croccante. 84
Cerasuolo di Vittoria Arianna Occhipinti 2006
Un anno separati poi due anni insieme: frappato e nero d’Avola, profondità e ricchezza, regge l’acidità del frappato e si arricchisce con il corpo del nero d’Avola, gran vino e bella la maturazione. 87
Doppia Z Zisola Mazzei 2008
Nero d’Avola e cabernet (poco). Ricco e potente ma con classe toscana, muscoli ma anche grazia , tostature e amarena, pepe e cassis.  86
Rapitalà Nuhar Pinot e NdA 2009
Molto pinot, aggraziato e sfizioso, leggero e curioso. 82
Mandrarossa Cavadiserpe 2010
Merlot, nero d’Avola e alicante, fitto, bocca non pesantissima, bel tannino. 81
Mandrarossa Carthago 2010
Tostato, bocca che vuole stupire ma lascia un poco perplessi: tanta struttura, arrembante. 82
Baglio Pianetto Ramione 2007
Nero d’Avola e merlot: inchiostro, senape, mora e china, bocca tosta. 80
Cusumano Pinot Nero 2009
Incenso e lieve cottura, resina e iodio, non elegantissimo. 75
Sagana 2008
Nero d’Avola che sa essere crudo e diretto, cacao amaro, caffè, lieve nota dolce, bocca equilibrata con bel finale. 85
Noà 2008
Naso acuto e succulento, bocca appena verde ma bella. 82
D’Alessandro Nero d’Avola 2010
Lampone e fragola, filo di pepe rosa, finale leggero e vispo. 85
D’Alessandro Syrah 2009
Mora di rovo e pepe quasi bianco, grigliato e bocca fresca, semplice. 81
Donnafugata Tancredi 2008
Intenso, mediterraneo e succulento, ricco, alloro tabacco peperone e cassis, bocca di spinta e classe. 90
Donnafugata Mille e una notte 2004
Oliva e menta, frutta sotto spirito, aghi di pino, confettura susine, in bocca è equilibrato e interessante, con bella stoffa. 92
Duca Enrico 2007 Duca di Salaparuta
Smalto e acetone. SV
Feudi del Pisciotto Missoni Cabernet 2009
Appena verde, ribes nero, tabacco e liquirizia, affumicato, bocca arcigna. 80
Feudi del Pisciotto Versace Nero d’Avola 2009
Ricco, scuro, freschezza in bocca, tannino un poco pesante. 78
Feudi Pisciotto Valentino 2009 Merlot 100%
Floreale e speziato, bocca delicata, finale di rosa e fragola. 82
Feudi Pisciotto Baglio del Sole 2010
Merlot e syrah, pepato e intenso, bocca ricca, finale lungo. 84
Feudo Arancio Contadoro 2009 Sicilia
Naso interessante: mix di frutta e spezia, bocca nervosa. 77
Feudo Maccari Saia 2010 Igt Sicilia
Nero d’Avola da Noto, cappero e mora, bocca ricca fruttata, mandorla e susina, in assestamento ma bella materia. 85
Feudi Principe Butera Riesi DOC 2010
Nero d’Avola, syrah, spigliato e intenso, fruttato, bocca che si mantiene lieve e croccante, ben fatto. 83
Feudi Principe di Butera Deliella Igt 2008
Inchiostro e china, cassis, caramello, dolcione ma con stile. 86
Feudi Principe di Butera Deliella Igt 2011 (da botte)
Speziato fine e delicato, in punta di piedi e sinuoso, molto promettente: deciso cambio di impostazione che ci pare molto riuscita. 88+
Firriato Ribeca Igt 2008 Perricone
Speziatissimo e pepato, bocca asprigna, un poco strizzato, finale persistente di mirtillo. 81
Marabino Archimede 2009 Eloro Pachino
Floreale e carnoso, bocca molto in evoluzione, tannino un filo scomposto, da aspettare. 80
Palari Rosso del Soprano 2009
Ricco e speziato, bella mineralità, bocca intrecciata. 83
Planeta Plumbago 2010
Nero d’Avola cupo e fruttato rosso e nero, in bocca un poco massiccio, floreale anche al gusto, bel finale. 80
Planeta Sito dell’Ultimo 2009
Merlot marino e iodato, cappero e prugna, bocca che si allarga e diverte. 85
Planeta Burdese 2008
Cabernet: caffè e tabacco, bocca divertente, ricca senza strafare. 84
Planeta Maroccoli 2009
Syrah, pepe bianco, ginger e fragola in confettura, bocca appena dolce ma ben sostenuta. 86
Tasca d’Almerita Cabernet Sauvignon 2009
Tostato e balsamico, senape, bocca ricca senza strafare, finale lampone e pepe, bello. 91
Tasca d’Almerita Sallier de la Tour Rosso La Monaca 2009
Pepato, non molto intenso, bocca appena calda ma bella struttura e finale carnoso. 83
Tasca d’almerita Lamuri 2010
Ribes rosso e nero, fresco e accattivante, bella bocca, straordinario per la tipologia. 86
Zisola Noto Noto Rosso 2010
Nero d’Avola floreale e immediato, fragola e tabacco, bocca citrina, finale agrumato. 85
Rapitalà Campo Reale 2011
Un poco cotto e candito, giovane, finale rapido ma nel lampone. 79
Calìo Viticoltori Associati
Fruttino, ciliegia e tabacco, bocca semplice. 77
Feudi Principe di Butera 2010
Nero d’Avola di ingresso, ma con bocca simpatica, fresca, sapida; ciliegia matura, col sorriso. 82
Donnafugata Sherazade 2011
Intenso, fine, molta ciliegia e elicriso, bocca sapida e succulenta, tannino vispo. 82
Cusumano Benuara 2010
Nero d’Avola e Syrah, tostato e candito, spezie, rosmarino e amarena, bocca nervosa, finale pepato. 79
Baglio di Pianetto Riserva 2001 Ramotorto
Merlot e nero d’Avola, speziato, caffè, caramello, finale fresco, elegante. 84
Valle dell’Acate Frappato 2010
Menta e tabacco, bel floreale, ematico appena, bocca di glicine e lampone, molto interessante e lungo di charms ai frutti di bosco. 83
Valle dell’Acate Frappato 2011
Arancio e floreale, zagara e amarena, bocca succulenta ma lieve, dissetante. 85

Ed infine, i vini dolci. Mentre si aspetta, gloriosamente, il ritorno a grandi livelli del consumo e della diffusione del Marsala (questione irrisolta della viticoltura siciliana e potenziale forza devastante in senso positivo), la regione continua ad offrire e ripetere i modelli di successo, con molta convinzione e bravura. Quanto al Moscato e alla Malvasia, si contendono il primato, ma le sensazioni sono quasi sempre molto positive se non ottime quando la piacioneria, per motivi ambientali o stilistici, viene tenuta a bada.

Rapitalà Cielo d’Alcamo Sauvignon 2011
Naso fine e delicato, caldo intenso in bocca, albicocca, miele, particolare e sapido, da farmaggio giusto. 86
Occhipinti Passo Nero Nero d’Avola passito 2008
Neanche troppo dolce, intenso, fruttato, rabbioso, da formaggi, bella persistenza. 86
Malvasia delle Lipari Barone di Villagrande 2009
Sapido e ricco, arancio e confettura di pesche, bocca ricca ma non esagerata, finale marino. 83
Baglio di Pianetto Moscato Ra’is 2009
In zona Noto: sapido e floreale, fruttato non esplosivo, bocca dolce ma ben contrastata, finale schietto. 81
Donnafugata Ben Rye 2009
Miracolo che si ripete ogni anno, sempre sugli scudi, l’idea del frutto ambrato e seducente fatto vino con la terribile attitudine a lasciarsi bere senza pensieri e preoccupazione. Atarassico. 94
Capo Faro Malvasia 2010
Passito sapido e intenso, naso di zagara e ginepro, bocca dolce ma stimolamte, larga, affatto calda, come aperitivo con ricotta e un cappero sopra e magari un gambero crudo. 88
Planeta Passito di Noto 2010
Pepe bianco, sapido e floreale, glicine e gesso, zagara e zafferano, bocca sapida dritta, neanche troppo dolce. 84
Feudi del Pisciotto Gianfranco Ferrè 2009
Pesca gialla, susina bianca, zafferano, melone bianco, bocca dolce, intenso e bocca meno originale ma gustoso. 82
Marabino Moscato della Torre 2010
Lieve e delicato, albicocca, esplode in bocca con la solita energia e freschezza, bello il finale gessoso e fresco. 88
Aegusa 1952 Florio
Solo per ospiti particolari: caffè e mallo di noce, pepe, fieno, miele di castagno, caramello, prugna, fichi in confettura, finale croccante quasi secco, profondo serioso ed elegante. In effetti unico è dir poco. 95
Florio Donna Franca Superiore Riserva
Caffè, fico, mandorle, noci, bocca balsamica e intensa, tabacco e cuoio. 88
Florio Baglio Florio Marsala Vergine DOC
Toffee e alpenliebe, semi secco di nocelle e zafferano, bocca curiosa ormai rara, aperitivo grandissimo. 86
Florio Malvasia delle Lipari 2009
Citrino, senape e torta di mele, cannella, pepe, bocca arancio e candito. 88
Ecrù Firriato 2009
Zibibbo e malvasia, delicatamente floreale e fruttato di ribes bianco, clementina e pesca gialla, bocca dolce e simpatica, finale interessante. 83
Sultana Feudo Maccari 2010 Moscato
Penetrante e dolcissimo, caldo e ricco,  albicocca e arancio, miele d’acacia, bocca sapida croccante, bel finale agrumato. 88

Alla fine di questa cavalcata molti giornalisti stranieri hanno risposto in maniera entusiasta alla domanda se ci fosse un gusto siciliano. Di certo ci sono zone che ne rappresentano il futuro prossimo da spendere e sostenere (Etna), e altre che devono ancora ripensarsi appieno, anche se il processo di assottigliamento e abbandono degli stilemi parossistici sembra essere iniziato. Grande ricchezza di territori,  sensazioni mediterranee particolari con tasso tecnico molto elevato: c’è da essere ottimisti. Ma il lavoro grande da fare è in termini di presidio del mercato, soprattutto internazionale, e gestione dei prezzi. Mentre si esaltano vini etnei increbilmente profondi si possono comprare Etna a 2-3 euro in GDO di livello davvero basso e lo stesso vale per ettolitri di Nero d’Avola in cerca di un mercato sicuro.

[Fine – Qui la prima parte]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

41 Commenti

avatar

esperio

circa 13 anni fa - Link

Dal tuo punteggio si puo dedurre che in Sicilia in fatto di grandi vini c'e' piu' retorica che sostanza. Le grandi aziende, anche quelle venute dall'estero, (Zonin), in effetti stanno facendo ben poco per migliorare la situazione. Ho l'impressione che sull'isola non si riesca a convolare in una causa comune, anche se esistono aree vocatissime a produrre grandi vini, con uve indigene e quindi in grado di conferire unicita' e desiderabile qualita'.

Rispondi
avatar

Flachi10

circa 13 anni fa - Link

Su burde il Frappato Occhipinti 2011 e' 90+... si decida Mr. Gori !! :D

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

è da 90+! ho fatto confusione con le righe, grazie Flachi!

Rispondi
avatar

esperio

circa 13 anni fa - Link

Dal vidio, traspare chiaramente che la maggior parte dei produttori hanno una mentalita piu' da industriali blasonati che da agricoltori.

Rispondi
avatar

michele malavasi

circa 13 anni fa - Link

Se l' ottimo Ben Rye vale 94, al passito di Pantelleria del maestro Ferrandes bisogna andare oltre i cento!!

Rispondi
avatar

Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

il ben ryè vale quei punti alla cieca in un contesto di blind tasting di passiti. Ferrandes, Sangue di drago, bukkhuram, Martingana e Entelechia SONO PANTELLERIA e bevuti allo scoperto comparati con B.R. lo mazzolano di brutto... basta decidere se dare prevalenza al vino in sé o al genius loci P.S. siccome il primo a collegare genius loci a vino 5 anni fa è stato il sottoscritto, gli rodono un po' quando quell'espressione viene usata ad capocchiam (ricordo che neppure un anno orsono un post di intravino si interrogava su come sostituire la parola terroir con un termine di italica proveniena...)

Rispondi
avatar

Daniele

circa 13 anni fa - Link

Niente proveniente dalla DOC Faro? Palari?

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

il Faro Palari c'era ma non l'ho assaggiato...assaggiato invece il vino cadetto a cena, adesso integro, scusami!

Rispondi
avatar

Francesco

circa 13 anni fa - Link

Mi sembra che il Gori abbia le papille gustative tarate sui supertuscan o sangiovesi vari. I casi sono due : o i siciliani hanno disimparato a fare vino negli ultimi mesi o qui c'è qualcosa che non torna. Assagi meno ed assaggi con piu' attenzione e concentrazione sig. Gori, questi punteggi non stanno ne in terra e ne in cielo a mio avviso

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

Secondo me la critica è stata molto, anche troppo, generosa su tanti merlot syrah e cabernet siciliani. Assaggiando con il gusto attuale, molti di questi vini sono davvero rimasti a 10 anni fa. E comunque se invece di dire "non stanno nè in cielo nè in terra" in generale mi fai degli esempi specifici ne discutiamo meglio!

Rispondi
avatar

Tommaso Farina

circa 13 anni fa - Link

Francesco, lui ha quei punteggi. Lei ne avrà altri. Che male c'è?

Rispondi
avatar

Francesco

circa 13 anni fa - Link

Sulla Sicilia ormai se ne dicono di cotte e di crude.!!!!! Ma vi pregerei di non toccare l'unica realtà meritevole di elogi in merito alla complessità organolettica che il suo terroir possa offrire.Parlo proprio delle meravigliose pendici dell'Etna e dei suoi vigneti. Io da buon Siciliano e amante del Etna Rosso ritengo necessario precisare che dei produttori menzionati in questo post( si pur grandi produttori siciliani ma per vocazione rivolti alla realizzazione di prodotti vinicoli dissimili da quelli offerti dalle caratteristiche di un territorio vulcanico e impervio)sottolineo che .... Codesti soggetti (preciso che,personalmente parlando e grazie a svariate degustazione dei loro medesimi prodotti),stanno standardizzando la qualità e le proprietà organolettiche di codesto vigneto riversando sul prodotto finito un totale appiattimento del carattere inconfondibile che contraddistingue questa meravigliosa D.O.C. che da secoli sui versanti del cratere si produce con dedizione e perseveranza da parte dei piccoli produttori locali. Spero mai si insinui sul piccolo territori offerto a questa meravigliosa D.O.C. la politica dei grandi numeri e della standardizzazione**,spero mai,il grande divori il piccolo ,in un territorio preda malgrado di pesanti azioni pionieristiche dei grandi produttori italiani spinti dalla possibilità di offrire qualcosa di nuovo per il mercato dei consumatori che non sia più un comune Nero D'Avolo ormai travolto dalla moda e privato delle sue originarie caratteristiche e proprietà organolettiche. Di solito si dice che la speranza sia l'ultima a morire ma nella realtà molto spesso ciò non succede. MA!!!!Ciò che pazientemente la natura concede,la natura può anche tranquillamente riprendersi(attenzione ricordatevi sempre che di vulcano attivo si tratta,non facciamolo incazzare mica!!!!!!!) **Def** l'unificazione dei gusti e delle abitudini della gente che deriva dalla produzione in serie e dalla creazione di un mercato di consumatori.

Rispondi
avatar

Francesco

circa 13 anni fa - Link

@ Francesco1 Si identifichi con Francesco1 per cortesia, altrimenti sembra che siamo lo stesso che scrive, mentre invece siamo in due Francesco. Grazie @ Gori 1) I suoi assaggi sono stati fatti a bottiglia coperta o palese ? 2 ) Assegnare questi punteggi : Marabino Archimede 2009 Eloro Pachino 80 Cottanera Etna Rosso 2008 Ampio fine e delicato, floreale e ciliegia, bocca molto ricca, tannino vivace, bel finale con arancio candito e bergamotto. 86 ( Le Ricordo che questo è il tre bicchieri gamberorosso ) Mandrarossa Carthago 2010 Tostato, bocca che vuole stupire ma lascia un poco perplessi: tanta struttura, arrembante. 82 e tanti altri, significa non conoscere molto da vicino i vini siciliani. Venga piu' spesso nell'isola ed imparerà a capirli piu' da vicino insieme ai territori

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

Ti ripeto Francesco, disponibilissimo al confronto, basta sapere ad esempio tu che punteggi daresti ai vini che citi. Il fatto che un vino sia TreBicchieri significa che siamo sui 90 e quindi non mi pare di essere lontanissimo (ammettendo che il Gambero sia la verità assoluta). Su Marabino è una realtà che conosco da tempo (la prima visita risale al 2008) e quest'anno i vini non mi hanno convinto del tutto, mi paiono un poco in transizione. Sul Carthago di nuovo, è un vino monumentale e imponente che non considero particolarmente piacevole nè molto adatto agli enofili attuali. Ma penso anche che per qualcuno sia irresistibile. I tuoi parametri quali sono? quanto a Francesco1,2etc basterebbe firmarsi nome e cognome ci sarebbero subito meno problemi!

Rispondi
avatar

Francesco 3 (La Rocca)

circa 13 anni fa - Link

I problemi sono tre: 1. Da quando intravino accetta pubblicità da aziende come Zonin e Planeta è meno attendibile 2. 28 aziende partecipanti a Sicilia en Primeur non rappresentano il panorama vinicolo Siciliano. Per fortuna, oserei dire. Diciamo che i vini migliori non c'erano. 3. A Gori il vino non piace. Se ne occupa solo per lavoro. Me lo ha confessato candidamente. Le persone a cui il vino non piace preferiscono vini edulcorati e fruttosi, a discapito di quelli più seri. Oltre a questo, Rallo presidente di Assovini, ha "dimenticato" di dire che gli unici vini che dal 2008 non hanno risentito della crisi sono i vini naturali. I convenzionali, anche i grandi nomi, sono andati giù. Detto questo passo e chiudo, e mi dedico a letture più interessanti.

Rispondi
avatar

tenax

circa 13 anni fa - Link

Donnafugata Mille e una notte 2004 Oliva e menta, frutta sotto spirito, aghi di pino, confettura susine, in bocca è equilibrato e interessante, con bella stoffa. 92 concordo a metà, gli aghi di pino non ci sono e nemmeno le olive, forse anche la menta latita. ma è un grandissimo siciliano. Donnafugata Ben Rye 2009 Miracolo che si ripete ogni anno, sempre sugli scudi, l’idea del frutto ambrato e seducente fatto vino con la terribile attitudine a lasciarsi bere senza pensieri e preoccupazione. Atarassico. 94 concordo per 3/4 perchè quando lo bevo mi preoccupo che finisca troppo presto questi 2 punteggi sono parziali. secondo me da 92 si deve passare a 96 e da 94 a 98. Ferrandes vale 98,5 visto che l'ho assaggiato a Cerea e pure comprato. Sul Santa Cecilia nulla? il mio consuocero Alessio s'incazzerà credo (leggetevi la Gazzetta di Parma con Gardni Luca sugli scudi per la gioia di Mastro Moricchia! un articolo fulminante sul vino. Lo sapevate che il buon Luca ha fatto 7 su 7 in una degu alla cieca da vero grande maestro? )

Rispondi
avatar

Gionni Bonistalli

circa 13 anni fa - Link

Francesco + Francesco1 e gli altri francesco o mario o carlo che verranno..... ma perchè non mettete nome e cognome così anche chi vi legge capisce.... Poi, ma perchè non le fate voi se siete tanto più bravi del Gori?!?!?!!? Io ci ho provato una volta, al decimo non sapevo più come fare.... Parlare è facile, appigliarsi ad un voto invece che ad un'altro anche... Si può essere d'accordo o no su un punteggio, ma mi sembra che parlare di punteggi che non stanno ne in cielo ne in terra sia esagerato! Io non c'ero e non mi permetto di giudicare.... Voi che criticate tanto, eravate li con lui mentre assaggiava???? Se no, come penso, il silenzio sarebbe preferibile....

Rispondi
avatar

Francesco Russo

circa 13 anni fa - Link

voglio precisare solo una cosa ,io non volevo fare una bagarre sui voti attribuiti ,ma volevo esporre e portare a vostra conoscenza come sia molto semplice spacciare del Etna Rosso per ciò che in realtà non è....io volevo solo sollevare il problema che molto spesso affligge la realtà vitivinicola del sud. SE RILEGGETE IL MIO MESSAGGIO SONO MOLTO CHIARO E LIMPIDO NELL'ESPORRE IL MIO PENSIERO. I GRANDI PRODUTTORI PUR DI SODDISFARE LE ESIGENZE DEL MERCATO SONO PRONTI A TUTTO ANCHE A REALIZZARE ETNA ROSSO CHE NON HANNO NIENTE DA CONDIVIDERE CON LA REALTA' DEL VULCANO CHE LI OSPITA. RUSSO FRANCESCO.

Rispondi
avatar

Gionni Bonistalli

circa 13 anni fa - Link

Il mio commento non era legato al suo, ma più all'altro Francesco... Come vede, con nome e cognome è più facile!!!! Il suo pensiero è chiaro e condivisibile al 100%, e penso che un commento come il suo sia soltanto positivo in una discussione serena e pacifica! Quello che auspica non succeda per la terra del vulcano, in realtà è già successa da svariati anni nella mia toscana. Soltanto adesso alcuni produttori (piccoli) cominciano a capire che l'unica salvezza e la distinzione e non l'omogeneità del vino che producono. Ma c'è voluto anni, molti anni.... Spero proprio che i siciliani possano riuscire a non cadere nello stesso errore!

Rispondi
avatar

giovanni solaroli

circa 13 anni fa - Link

Ovviamente non si può mettere in discussione la bravura o meno del Gori. L'argomento è Sicilia en Primeurs e purtroppo rilevo una presenza irrisoria di rossi etnei. Come si fa a valutare un'annata sull'etna con quei pochi campioni qui censiti,quello si che è un mistero, anzi un miracolo riuscire anche solo ad abbozzare un'ipotesi. Nello sparuto gruppo, una decina mi pare, mancano molti nomi di riferimento,non considerando per ora di riferimento per l'area(non me ne vogliano)Tasca e Salaparuta. Da questo post desumo che per farsi un'idea dei vini etnei bisogna andare a Le Contrade oppure smazzarsi in giro. Sono sorpeso però dai punteggi relativamente bassi del Rovvitello e del Serra della Contessa, peraltro di un'annata di non cosi scarso valore. Grazie al Gori per la fatica.

Rispondi
avatar

Francesco

circa 13 anni fa - Link

Un'altro commento che attesta la " scarsità " dei punteggi attribuiti, a meno che invece di centesimi si sia espresso in cinquantesimi, senza avercelo detto.

Rispondi
avatar

Giovanni Solaroli

circa 13 anni fa - Link

Non voglio essere interpretato da vivo: il mio commento non attesta la scarsità dei punteggi, ma solo sorpesa per il Rovvitello ed il Serra della Contessa. Se li ha dati ci sarà un motivo. In quella annate descritte non li ho assaggiati e quindi la mia è curiosità, non dissenso. Il resto del commento è relativo al fatto che noto una diserzione pressochè totale dei nomi di riferimento della zona etna, forse dovuta al fatto che da poco si era tenuto Le Contrade. Dico forse perchè speravo che Andrea avesse qualche cosa in più da dirci. Sul resto della sicilia sono molto IGNORANTE, quindi passo. Saluti

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

ciao Giovanni, sull'Etna ho ancora da dire e da far vedere, insieme ad altri assaggi che ho fatto a giro in zona. Realtà grandi e piccole che hanno alzato di molto l'asticella della qualità rispetto a quando Benanti era il top là sopra. Non mi sono piaciuti tantissimo...paiono rimasti a 10 anni fa mentre gli altri sono andati avanti e tanto.

Rispondi
avatar

Giovanni Solaroli

circa 13 anni fa - Link

Grazie, alòrs j'attend trepidant..

Rispondi
avatar

Pietro Caputo

circa 13 anni fa - Link

In realtà sono Pietro, ma mi complimento con Andrea per aver dato ad un comune lettore appassionato come me, una marea di riferimenti in questa terra (che tra l'altro vede le mie origini, tra Etna e Madonie). Che poi il suo 94 sia per un altro 98, poco mi importa. Guardo i punteggi relativi, per tipologia di vino, e non dovendo comprare 20 bottiglie, a me va benissimo questo tipo di resoconto (pure troppo!) Son contento di aver in cantina un Ben Rye 2009... sempre più curioso di assaggiarlo.

Rispondi
avatar

Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

a volte si dibatte suoi punteggi perchè rischiano di fare disinformazione. Nel suo caso specifico il Ben Ryé è un vino che NON riflette lo spirito, gli odori e i sapori dell'isola di pantelleria. E' una gran paraculata che lei troverà forse di gran godimento e penserà che quel vino racconti esattamente pantelleria... così tra terroir, genius loci e tradizione si becca un inconscio lavaggio del cervello e un riposizionamento del suo gusto su uno standard replicabile serialmente... contento lei

Rispondi
avatar

Pietro Caputo

circa 13 anni fa - Link

Ho capito il senso Fabbretti grazie. Da parte sua capirò che intanto vado per gradi. Difficile educare gusto e cultura del genius loci allo stesso tempo (parlo per me). Ed è per questo che leggo e seguo le discussioni, proprio per capire se un vino che a me pare "buono" sia soltanto "buono" o esprime anche qualcos'altro (territorialità, tradizione o storia che sia).

Rispondi
avatar

Francesco La Rocca

circa 13 anni fa - Link

I problemi sono tre: 1. Da quando intravino accetta pubblicità da aziende come Zonin e Planeta è meno attendibile 2. 28 aziende partecipanti a Sicilia en Primeur non rappresentano il panorama vinicolo Siciliano. Per fortuna, oserei dire. Diciamo che i vini migliori non c'erano. 3. A Gori il vino non piace. Se ne occupa solo per lavoro. Me lo ha confessato candidamente. Le persone a cui il vino non piace preferiscono vini edulcorati e fruttosi, a discapito di quelli più seri. Oltre a questo, Rallo presidente di Assovini, ha "dimenticato" di dire che gli unici vini che dal 2008 non hanno risentito della crisi sono i vini naturali. I convenzionali, anche i grandi nomi, sono andati giù. Detto questo passo e chiudo, e mi dedico a letture più interessanti.

Rispondi
avatar

Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Uhhhh, questa è una notizia! Al Gori non piace il vino, se ne occupa solo per lavoro! Pensa se il vino gli piacesse, farebbe carne di porco di tutti gli eno-caghetti interventisiti a giro! Forse stiamo parlando di due persone diverse, l'Andrea Gori che conosco io è un ragazzo appassionato con un certo dono per la comunicazione che mette a servizio del suo lavoro. Il vino lo assaggia quotidianamente e non lo disprezza affatto. Può anche sbagliarsi nel dare punteggi, anche se fosse in questo perfetto verrebbe comunque criticato. E' nell'ordine delle cose e a me va bene così in questo contesto. Questo è un post relativo alla manifestazione Sicilia en primeur, peccato che non fosse rappresentata tutta la produzione siciliana, in particolare quella dei "naturali" emergenti. Speriamo che cresca e che comprenda anche quella categoria, sicuramente in crescita commercialmente, ma ancora lontana dai volumi importanti commercializzati dai grandi "convenzionali". Gli uni hanno bisogno degli altri per avere più visibilità. La manifestazione è necessaria proprio perché c'è un certo calo di interesse nei confronti di vini e cantine un tempo considerate le uniche portabandiera della sicilianità. Nell'insieme il pezzo mi è piaciuto, mi sono piaciute le interviste, mi è piaciuto vedere visi non solo maturi, mi è piaciuto ascoltare discorsi non proprio scontati. in molti hanno manifestato l'intenzione di concentrarsi su caratteri più territoriali e meno internazionali. Nessuno ha detto di aver raggiunto l'obiettivo, anzi i più hanno confessato che ancora la strada è lunga, però hanno cominciato. Quanto ad Intravino che ha perso credibilità a causa delle sponsorizzazioni di Zonin e Planeta, a me sembra che questo blog non abbia perso né acquistato. E' rimasto uguale a sé stesso, una vetrina a volte un po' caciarona, a volte professionale, ma che non incute timore, anzi invita alla partecipazione anche persone come la sottoscritta.

Rispondi
avatar

Francesco

circa 13 anni fa - Link

Un commento che parla da se ed a mio avviso chiude ogni ulteriore discussione. Grande La Rocca la quoto 100%

Rispondi
avatar

antonio tomacelli

circa 13 anni fa - Link

La storia di questo blog, cari "Franceschi", vi smentisce clamorosamente ma siamo pazienti e sopporteremo anche voi, non fosse altro che per la divertentissima battuta sul Gori a cui non piacerebbe il vino. Perchè era una battuta, vero?

Rispondi
avatar

Francesco

circa 13 anni fa - Link

Lo chieda a Rocca se la sua era ed è una battuta

Rispondi
avatar

Gionni Bonistalli

circa 13 anni fa - Link

Con questa ( punto 3 )sfiora il ridicolo, comunque la buona notizia è l'ultima frase che ha scritto!!!!

Rispondi
avatar

Magma

circa 13 anni fa - Link

Cornelissen, Zenner, Foti, I vigneri, De Grazia. A muntagna, Mongibello. I veri nomi dell'Etna.

Rispondi
avatar

PortaleDelVino

circa 13 anni fa - Link

In effetti manca il lato della medaglia sia sul Mongibello che su altre zone. Bini e Ferrandes per citare solo Pantelleria.

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

a parte Cornelissen che non sopporto proprio nè come filosofia nè come risultati in bottiglia, gli altri sono nomi molto importanti ma rappresentano lo 0, della produzione dell'Etna...

Rispondi
avatar

she-wolf to be precised

circa 13 anni fa - Link

La proliferazione dei Francesco ha colpito anche il secondo video. A me sembra tanto che Francesco Mazzei abbia la faccia di suo fratello Filippo. Pardon per l'OT, ma se ve lo dico io non vi offendete eh!

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

anche Giuseppe Tasca in realtà è Alberto!!! era notte fonda e non potevo chiedere a nessuno...adesso provo a metterci una pezza! grazie shewolf precisetti

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.