Ten | La carta dei vini di Intravino – Maggio 2024
di Simone Di VitoDieci consigli al mese dalla redazione di Intravino.
Tanto vino ma anche birra e distillati. Prodotti che quando li trovate a scaffale, online o al ristorante, noi vi consigliamo di comprare e vi diciamo anche perché ne vale davvero la pena. Ogni consiglio è firmato da un editor che ci spiega perché quel flacone meriti tutta la nostra attenzione.
Poca poesia e tanta prosa, poco fumo e tanto arrosto. Un post ogni fine mese in cui troverete novità, cimeli storici, bombe a lunga gittata, solide certezze o produzioni sconosciute. Bottiglie di ogni ordine e grado che per noi meritano la massima attenzione, o più semplicemente di essere prese e stappate.
Questo è…
TEN | La carta dei vini di Intravino
Maggio 2024
Louis Vallon – Crémant de Bordeaux brut – di Stefano Senini
Io avrei modestamente trovato la soluzione per la crisi di Bordeaux: spumantizzare, spumantizzare, spumantizzare tutto! Purché i risultati siano però all’altezza di quelli raggiunti da questa gigantesca cooperativa, specializzata nell’elaborazione di crémant. Questo è un vino pulito, dall’effervescenza elegante e non invasiva, dal naso avvolgente di fiori bianchi e pesca. Accanto a sémillon, cabernet franc e merlot è segnalato in uvaggio anche un tocco di muscadelle: non so se sia quest’ultima uva oppure un sapiente dosaggio a conferire una morbidezza piacevolmente demodé, pur restando nella classificazione brut: è comunque notevole il guadagno nella tessitura fine e nella versatilità degli abbinamenti. Uno di quegli spumanti che danno significato alla altrimenti generica indicazione “a tutto pasto”.
12,10 € – Online
François Secondé – Champagne Grand Cru La Loge Sillery – di Denis Mazzucato
100% pinot noir in zona Montagne de Reims. Dopo un breve passaggio in legno la presa di spuma dura tra i 18 e i 24 mesi. Di un bel giallo dorato e dalla bollicina fine, il naso è intenso e rotondo, di biscotto, albicocca candita e uva sultanina. In bocca gli 8 grammi/litro di dosaggio si sentono, e va bene così. La struttura è importante, i rimandi sono di frutti rossi e brioche, la bolla è cremosa, il sorso si allarga e si distende. Bevuta rilassante assolutamente non adatta a chi cerca bollicine taglienti e super minerali.
58 € – Online
A. Christmann – Riesling Trocken Gimmeldinger Kapellenberg Pfalz 2018 – di Maria Rita Mancini
Al confine con l’Austria, nella silenziosa Val di Vizze, dove la vita scorre lenta sotto i massicci alpini, c’è un maso: fuori le mucche, dentro ottimo cibo, vini ricercati e Karl Mair, il padrone di casa che ispira riesling e simpatia. Secondo il suo insindacabile parere, nella top five dei produttori tedeschi un posto spetta a A. Christmann, l’azienda del Palatinato, dove padre e figlia coltivano 18 ettari in biodinamica. Questo cru sorge su un insolito pendio costituito da arenaria rossa e pietra calcarea. Il naso è pura rieslingtudine: ammicca, ammalia e inevitabilmente seduce. Il sorso è di grande finezza e rimbalza dall’intensità della frutta tropicale alla tensione della mineralità. Abbandonatevi alla voluttà e abbinatelo all’opulenza del burro fuso dei canederli!
65 € – Ristorante Pretzhof, Val di Vizze (BZ)
Domaine Colbois – Bourgogne Aligoté 2022 – di Stefano Senini
Un aligoté molto caratteristico, senza velleità di “chardoneggiare” o di scimmiottare denominazioni più blasonate; questo non significa che si possa usare solo come base per un buon Kir, anche perché il suo nerbo e le sue acidità oggi sono di gran moda. Riflessi verdognoli nel colore, naso che sa di fiori pungenti e pompelmo giallo, con bello spunto di mineral… no, no, chiedo scusa! È che questa cantina, che fa parte dei Vignerons Indépendants, si trova proprio nel cuore della zona dello Chablis: dunque ci siamo capiti su questo descrittore, no? Il sorso secco, quasi citrino e con note di mela verde e anice, chiama a gran voce un bel plateau di coquillage, giusto per restare anche con l’abbinamento nel campo della tradizione più tipica; se però non siete a bordo mare in Bretagna, andrà benissimo, come per me, con un piatto di spaghetti alle vongole.
12,80 € – Online
De Fermo – Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Le Cince 2022 – di Simone Di Vito
Capatina domenicale a Loreto Aprutino. Ristorante tipico con soli vini locali. Tra un arrosticino da paura e una bella bisteccona da 1 kg, il montepulciano rosso sarebbe l’ideale ma la calura mi porta a scegliere un qualcosa di più fresco e scorrevole: vado di Cerasuolo. Cantina storica locale che fa di basso impatto ambientale e artigianalità i suoi mantra. Questo vino è ricavato da torchiatura soffice e fermentazione spontanea con lieviti indigeni in botti di legno e cemento, maturando per circa 10 mesi in legno grande. Vinoso e un po’ wild all’apertura ma la bocca è fin da subito lunga e gustosa. Col passar dei minuti il naso si spalanca e sembra di essere dal fioraio, mentre la bocca si distende ancor di più richiamando sfumature di ciliegia e rocciose. Ci sono sapidità, intensità e freschezza ma anche una struttura adeguata per reggere alla grande un pranzo a base di carne alla brace. Vino già performante, ma non è di quei rosatini leggeri da sbevazzare e poi dimenticare, con qualche anno in cantina sono sicuro che tirerebbe fuori i mostri.
25 € – Ristorante Tre Piatti, Loreto Aprutino (PE)
Corentin Houillon – Verronet rouge 2022 – di Marco Colabraro
Corentin Houillon una delle prime vendemmie l’ha fatta da bambino con Pierre Overnoy, poi, dopo un peregrinare che lo ha portato a lavorare in Borgogna (da Derain), di nuovo in Jura (da Stèphane Tissot) e in Svizzera, apre nel 2020 la sua cantina in Savoia. Cinque ettari coltivati in biodinamica sui pendii di Serrières-en-Chautagne, tra i boschi e le sabbie arenarie. Di lui conoscevo già i bianchi ma questo rosso, fatto in prevalenza di gamay (40% grappolo intero), con piccole percentuali di pinot nero e mondeuse, vibra per dinamicità tra frutta rossa e spezie che riconosco come una tipicità regionale. Salivazione e grande beva. Nient’altro? No, ma questo basta quando cerchiamo qualcosa di semplice e non scontato. Perfetto per la stagione che viene.
25 € – Online
La Perla di Marco Triacca – Valtellina Superiore Riserva Elisa 2013 di Giorgio Michieletto
Premessa: da grande “malato” di nebbiolo e quindi anche di Valtellina non amo lo Sforzato (per una serie di noiosissimi motivi da non approfondire qui) e mal sopporto gli appassimenti in genere. Parto diffidente quando mi trovo davanti a questo vino, sapendo che si tratta di nebbiolo da vendemmia tardiva, con appassimento in pianta per circa due/tre settimane (il capo a frutto tagliato circa a metà ottobre). Ma siamo alla fine di un pranzo di compleanno con una lunga fila di bottiglie e per chiudere questa “tisana di montagna” è perfetta con le sue sensazioni balsamiche, quasi un amaro di erbe selvatiche; mirtillo e amarena, rosa appassita e pepe bianco. Me lo immagino d’inverno davanti al camino appena spento. Complessità infinita, il sorso è ricco ma comunque slanciato: tornano tantissime erbe di montagna, i frutti di bosco, l’anice; ma è soprattutto la pulizia che lascia in bocca a sorprendermi e il finale balsamico immenso.
30 € – Online
Bodega Herederos de Argüeso – Manzanilla Sanlúcar de Barrameda San León – di Nicola Cereda
Dev’essere qualcosa di innato che ci induce a respingere, di primo acchito, i vini da ossidazione controllata. Il piacere si raggiunge solo con la maturità, a costo di esercizio e applicazione. La regione di Jerez è uno scrigno di tesori a buon mercato con brand storici che sono il paradiso dei palati più navigati. Lo Sherry di Jerez nella tipologia Manzanilla, pur puntuto e spigoloso, è per il neofita il meno difficile. Il “San Leon” dell’azienda Herederos de Argüeso unisce alla classicità del solera un’affascinante anima marina struggente di sale che, per una manciata di euro, ti trasporta di peso davanti alla baia di Sanlúcar de Barrameda.
10 € – Online
Riverside – Hammer – di Gianluca Rossetti
Nata a Villa d’Adda (BG) nel 2015, l’azienda parte bene fin da subito con un talento come Marco Valeriani in regia (birraio dell’anno 2016 e 2018 proprio con Hammer e nuovamente nel 2022 con Alder, azienda da lui fondata nel 2019). Riverside è una Pale Ale frutto di malti pale e pils, lievito e luppoli USA (per quanto alcune release abbiano visto varietà tedesche e inglesi affiancare gli americani Cascade e Centennial). Grande l’appagamento: profumi e sorso di non comune piacevolezza. Un connubio di lime, arancia, litchi ed erbceo fresco, poi note di resina ma non soverchianti. Bevuta non particolarmente complessa ma di pregevole fattura e gradevolissima resa, amara neanche tanto e alcolica il giusto (IBU 35; alcol 5,2%).
4,20 € (formato 0,33) – Online
Eredi Tonelli – Visner – di Thomas Pennazzi
Piacerà a tutti, questo goloso vino di visciole, tradizionale ed antica preparazione domestica del Montefeltro e dell’Anconetano, zone in cui è diffusa la pianta dai gustosi frutti aciduli. Tante sono le ricette quanti i preparatori, due i metodi: chi macera le visciole nello zucchero al sole e poi aggiunge mosto o vino nuovo, chi invece le infonde con zucchero nel vino dell’anno passato, spesso sangiovese o un rosso locale. La miscela subisce una rifermentazione che alza di poco la gradazione del vino, e dopo qualche mese si filtra e si imbottiglia. Si gusta con la pasticceria secca, o come vino da complimento, grazie al sapore dolce ma rinfrescato dal vinoso e dall’acidità del frutto. Qui la versione più facile da reperire, di un produttore storico di Pergola, ma ne troverete tantissime altre. Viva giugno!
10 € – Online
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