Sagrantino Comics: e se Enologica Abbinamenti fosse un fumetto?
di Andrea GoriDiciamocelo: gli abbinamenti con il cibo sono visti e rivisti e appassionano fino ad un certo punto. O meglio, il pubblico che ormai ha assistito a cookingshow di ogni sorta e abbinato l’impossibile è pronto per essere stimolato su altre frontiere. Per esempio la danza, il teatro, la sceneggiata in giallo, la musica dal vivo e i deejay che seguono sfumature e riflessioni dei bicchieri riflettendoli in quello che suonano.
E da quest’anno perché non metterci pure i fumetti? A Montefalco il Consorzio Vini insieme alla Strada del Vino Montefalco da qualche anno si è lanciato alla ricerca di abbinamenti fantasiosi con una edizione apposita della sua Enologica Montefalco denominata proprio “Abbinamenti” e quest’anno con la partecipazione del cartoonist Joshua Held abbiamo provato a dar voce a dei comics per descrivere caratteri e sfumature dei vini in degustazione.
La degustazione nel teatro di Montefalco ha preso in esame cinque vini chiave del territorio ovvero il Grechetto (ora anche tipologia Montefalco DOC), il Trebbiano Spoletino DOC, il Rosso di Montefalco DOC, il Sagrantino DOCG e il Passito di Sagrantino, storico asse portante rosso della denominazione.
Grechetto di Montefalco Scacciadiavoli DOC 2020
Chiaro ma teso e sottile con un naso bellissimo floreale in cui spiccano camomilla ed erbe aromatiche fanno da proscenio a note agili agrumate e fruttato giallo molto convincente. Ma ovviamente è in bocca che il grechetto svela alcune sue doti insospettate come la sensazione tannica e la classica nota ammandorlata che lo rendono perfetto in abbinamento a piatti di varia tipologia. Vino semplice eppure non banale, uno dei pochi a nascere da uve da viti di clone g5 (quelli di Todi, dei Colli Bolognesi pignoletto e della rebola riminese) insieme a uve da g109 (quello più diffuso ad orvieto) 88
Trebbiano Spoletino “128” Prefilossera Le Thadee 2019
Lo spoletino è il genietto della situazione e sta forse spodestando il grechetto dai cuori degli appassionati umbri: di certo è il più ricercato dagli enosboroni anche perchè si presta a molte modalità di lavorazione diverse. I disegni di Joshua raccontano bene questo momento storico ma allora chiediamoci cosa abbia di speciale questo vitigno originario di Trevi ma diventato famoso a Spoleto e ora adottato da Montefalco.
Acidità, verticalità e una sontuosa “affumicatura” che spesso lo tratteggiano in maniera importante. Con un bicchiere di Le Thadee (azienda giovanissima da italo-svizzeri appassionati di storia arrivati fino qua) e il loro”128″ prefillossera in mano questo risulta tutto più chiaro e amplificato perchè questo vino nasce da viti prefilosseriche maritate ancora ad aceri campestri. Poche bottiglie ma vale la pena cercarle. Il vino ha colore dorato invitante con gusto unico e sfaccettato che dà note più agrumate, arriva al tropicale di papaya e mango per chiudersi su note affumicate, umami e di grande profondità. Sensazione palatale di ricchezza, abbondanza ma soprattutto di un elegante equilibrio destinato anche ad un invecchiamento interessante. 92
Rosso Montefalco Milziade Antano 2018
Il rosso di Montefalco attira sempre più consensi per il suo modo unico di unire la classicità del sangiovese all’esuberanza affascinante del sagrantino. La tipologia (e i disegni di Joshua) racconta dell’unione del sangiovese capace di tenere a bada gli eccessi del sagrantino. Nonostante i 15,5% il vino è in effetti un prodigio di equilibrio e piacevolezza tra rimandi di amarene, tabacco, lamponi rossi, viole e tamarindo e una sorso di soddisfazione fruttata con spezia balsamica a raffrescare di continuo. Il tannino punge appena perché quello del sangiovese prevale carezzevole e il secondo (e terzo) bicchiere non è mai così difficile da versare. 92
Il sagrantino è un rosso di origini sacre e un presente fatto di tannini superbi e fieri, vino grintoso e deciso come nessun altro e un carattere da domare ad ogni vendemmia, il sagrantino in purezza ha lati nascosti che gli interpreti di Montefalco sanno gestire con maestria e grazia insospettabile.
Sagrantino di Montefalco Colle alle Macchie 2016 Tabarrini
Il più estremo dei cru di Giampaolo Tabarrini non fa sconti in termini di tannini e aggressività (e Joshua sa raccontarlo molto bene) ed è sempre paradigmatico di cosa un terreno argilloso e una grande esposizione possano dare a questo vitigno. Fittissimo di rimandi al frutto scuro e scurissimo tra cassis, ribes nero, mirtilli, prugna e confettura di arancia svela anche tanti lati balsamici. In bocca è terremotante, è vero, e il tannino riga il labbro e la gengiva in maniera importante ma con il giusto compare nel piatto è fattibilissimo berne a più riprese. Perché il godimento e la profondità fruttata e speziata di questo vino sono sempre più sorprendenti. 94
Sagrantino di Montefalco Passito Arnaldo Caprai 2020
Riferimento della tipologia passito che purtroppo in molti abbandonano, rivela tutta la sua nobile origine in un miracoloso equilibrio di dolcezza e tannica durezza risultando di una bevibilità sconvolgente. Naso di torta alla frutta, ciliegia cotta e note ematiche. Un vino da grandi formaggi, da dolci al cioccolato ma ancora meglio osarlo sui salati soprattutto grandi preparazione con cacao e confetture come la cacciagione (cinghiale, cervo). 93
11 Commenti
DeLasCuevas
circa 3 anni fa - LinkPuoi abbinarlo come ti pare, ma tanto il Sagrantino non si beve. Tutti, per primi quelli premiati. In una parola: CRAP. Ormai c'hanno poco da inventarcisi attorno a Montefalco, le cantine sono piene di 3-4 annate di invenduto. Bravi Gori e il fumettista però.
RispondiGaetano
circa 3 anni fa - LinkIl Trebbiano Spoletino “128” Prefilossera Le Thadee "viene" a 130€, IVA inclusa per fortuna, sul sito aziendale. Non lo so ma mi fa pensare che, a conferma del post precedente, il posizionamento sul mercato Italiano di questa nuova azienda sia assai complicato. Quale è la percezione all'estero del Sagrantino? E' un mercato ancora aperto e appetibile per il Sagrantino? Mi piacerebbe avere vostre opinioni/info a riguardo.
RispondiMontosoli
circa 3 anni fa - LinkNoi abbiamo cercato i tutti modi di farlo conoscere…al estero. Finche si vendeva sui $35-$40bt qualche cartone andava…ma poi in Italia hanno alzato i prezzi e purtroppo a $50bt non lo chiede piu nessuno. A quel prezzo va a sbattere sulla stessa fascia di vini molto piu famosi e facili da vendere, tipo; Barbaresco, Amarone, Brunello, Bolgheri etc.
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - LinkLa percezione all'estero del Sagrantino è forse migliore che in patria perchè il posizionamento in alto e in una nicchia particolare lo aiuta. Di certo, viste le ridotte dimensioni della DOC e il piccolo numero di bottiglie di qualità elevata, la strada di posizionarsi in alto è l'unica possibile mentre Rosso di Montefalco e RdM Riserva sono i vini per fare cassa ed entrare nelle carte dei vini. Un ordine di 36 bottiglie di Rosso e ogni tanto 6 bottiglie di Sagrantino anche a prezzo elevato dovrebbe essere possibile per molti locali. Rispetto ad Amarone Barolo e Brunello il sagrantino non dovrebbe avere complessi di inferiorità ma va comunicato più a fondo e con più costanza, questo è sicuro
RispondiMarcello Sensi
circa 3 anni fa - LinkFrancamente non comprendo il perche' di cosi' tanta acrimonia nei confronti del Sagrantino. Il mondo del vino, cosi' come altri settori, e' largamente influenzato dalle mode. Chi non ricorda, in anni recenti, il Taurasi inopinatamente incoronato " Barolo del sud" o la meteora di Es di Gianfranco Fino, piu' volte insignito del titolo di "miglior vino d' Italia" ? Personalmente reputo il Sagrantino un eccellente vino territoriale, che esprime la forza e il carattere selvaggio dell'Umbria. Certo, da questa cultivar non puo' nascere un fuoriclasse, ma un vino di razza, questo si! Come promuovere al meglio questo vino? E' presto detto: esortando la gente a recarsi in questa meravigliosa regione, a riempirsi le nari dei suoi profumi, gli occhi con i suoi lussureggianti rilievi e a gratificare il palato con le sue deliziose pietanze. Il Sagrantino e' il naturale complemento di tutto cio'.
RispondiAlvaro pavan
circa 3 anni fa - LinkConcordo. Il sagrantino è il tipico vino che ha un senso all'interno del suo territorio. Al di fuori, specie in un contesto internazionale, fa la figura di un vinaccio.
RispondiDeLasCuevas
circa 3 anni fa - LinkProprio così. Ma non è una questione di prezzo secondo me, o il prezzo è solo secondario. E' proprio che vini iper-tannici, iper-ruvidi, iper-alcolici oggi non li tollera più neanche lo yankee col cappello da cow boy. Se poi li devi pure pagare come vini importanti, figuriamoci. Montefalco è troppo torrida in estate per fare vini eleganti. Vengono vini cafoni, c'è poco da fare. Se al cinghiale metti un fiocco intorno al collo, non è che diventa elegante.
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - LinkCerto che ci andate giù pesanti eh! Sono convinto che è un po' che non assaggiate sagrantino che le cose sono cambiate molto negli ultimi anni. Dagli assaggi fatti ad enologica anche uscendo dai "soliti" si sente tanta piacevolezza in più rispetto a prima e il termine "cafone" si applica davvero a pochissimi vini del territorio oggi.
RispondiPaolo A.
circa 3 anni fa - LinkMa agli yankee non piacevano i merlottoni morbidi e iper-fruttati???
RispondiMarcello Sensi
circa 3 anni fa - LinkIlle nihil dubitat, qui nullam scientiam habet, caro Andrea... E poi, a dirla tutta, riterrei opportuno firmarsi con nome e cognome quando si fanno commenti offensivi nei confronti di chi lavora con passione. E' un'autentica vigliaccheria tricerarsi dietro ridicoli pseudonimi. MARCELLO SENSI
RispondiSpetnat
circa 3 anni fa - LinkMa chi si mette a vedere più di un'ora di video?
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