Come in una macchina del tempo: il primitivo di Manduria 1979 della Vinicola Savese
di Antonio TomacelliL’uomo dall’altro lato del tavolo impugna un martello in acciaio. Tic, tic, tic… pochi colpi precisi e la ceralacca rossa si sgretola in mille pezzi. Depone il martello e con un pennello inizia a pulire il tappo da ciò che resta del sigillo che chiudeva una bottiglia di primitivo di Manduria del 1979.
Il vino ha trentotto anni, quasi tutti passati tra anfora in terracotta — che qui chiamano capasone — e bottiglia. Vinicola Savese le anfore le ha sempre usate: provenivano dalla vicina Grottaglie, terra di fornaci, pumi de fiore e pupe con i baffi. Spesso conservavano il vino per decenni.
Il cavatappi fa il suo lavoro con delicatezza e il tappo viene via intero e senza danni. Massimiliano cerca una caraffa ma il profumo che si sprigiona dalla bottiglia ci dice che non servirà, il vino è pronto per essere bevuto.
Prende dallo scaffale i bicchieri, versa un liquido scuro e…”Uhè delinguè, si t’acciaff’ so mazz’t’! Scappo con i due fichi appena sfornati e stai fresca nonna, non torno indietro a prendermi la ciabatta volante! Sono già fuori di casa e nel vicolo nessuno mi vede, mi siedo sui gradini di pietra, lontano dai gatti e da occhi indiscreti. Ho rischiato grosso per quel profumo e adesso guai chi me li tocca.
Filomena urla qualcosa, ma senza convinzione: il piccolo ladro ha colpito con destrezza e questa volta è toccato ai fichi caramellati ripassati nel forno.
Madonna che profumo! Li ha portati nonno Peppino dalla campagna insieme alle mandorle che riempiono il fico e scrocchiano calde sotto i denti, nonna li ha fatti asciugare qualche giorno al sole prima di infornarli.
Scottano da fare male, Filomè, accidenti a te, al forno a gas e a chi lo ha inventato. Li faccio saltare tra le mani e il profumo aumenta, si arricchisce di tutti gli odori che sono passati dalla cucina di casa: il rosmarino, la salvia e, soprattutto, l’alloro delle castagne e dei fichi, lo zucchero scuro e caramellato, la cannella.
L’aria di fine estate è ancora calda, odora di cibo per l’inverno e origano a seccare sulle porte. Nonna Filomena non urla più, si è rassegnata alla perdita e i mie fichi si sono finalmente raffreddati. Un morso e il vicolo di Cerignola si trasforma nel paradiso…”
Devo a Massimiliano Pichierri che ha aperto per me la preziosa bottiglia, alla sua famiglia e a Manduria, la più straordinaria delle madeilenettes che mi siano mai ritornate alla mente. Grazie del privilegio.
Vinicola Savese
S.S. 7 TER KM 27,790 SAVA (TA)
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3 Commenti
Ziliovino
circa 7 anni fa - LinkPeccato per la reperibilità, non sono mai riuscito ad imbattermi in una loro bottiglia...
RispondiLucia
circa 4 anni fa - LinkIo ne ho una è disposto ad acquistarla?
Rispondihakluyt
circa 4 anni fa - LinkSarai mica di Tannico, eh ???
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