Quando il cognac fa beneficenza: La Part des Anges 2018

Quando il cognac fa beneficenza: La Part des Anges 2018

di Thomas Pennazzi

Come avviene da un paio di lustri, il terzo giovedì di settembre di ogni biennio il cognac fa beneficenza attraverso una prestigiosa asta dal poetico nome di La Part des Anges, organizzata dal BNIC, il ministero del cognac che coinvolge tutta la filiera produttiva.

L’asta allestita quest’anno nelle sale degli Chais Monnet, un tempo celebre stabilimento della omonima Maison, ed ora convertito in un hotel a 5 stelle di prossima apertura, ha visto protagonista Sua Maestà il cognac ed un eletto pubblico di settecento invitati proveniente da tutto il mondo per la cena di gala durante la quale si sono battute le irripetibili bottiglie offerte dalle Maison de négoce del distillato francese.

L’onore di tenere a battesimo questa undicesima edizione è toccato a Thierry Marx, chef bistellato del Mandarin Oriental di Parigi, popolare in Francia come giudice di una trasmissione di cucina, ed impegnato in progetti rieducativi nella sua scuola di reinserimento sociale Cuisine mode d’emploi(s) à Ménilmontant, il quartiere parigino della sua infanzia. Già da qualche anno, grazie all’opera di Marx, questa scuola di cucina ottiene il reinserimento al lavoro del 95% dei suoi allievi.

Ventidue le bottiglie fuori commercio aggiudicate dalla Casa Artcurial, tra assemblaggi pregiati, creazioni artistiche, e nettari d’epoca, per una base d’asta di € 124.800, che ha raggiunto il record di € 291.000 allo scoccare della mezzanotte: saranno interamente devoluti in beneficenza in progetti sociali. Tra le più interessanti, un cinquantenario Delamain 1968 offerto in caraffa di Baccarat, ed un’altra  preziosa Baccarat contenente una tres vieille Borderies di Courvoisier (Extrait n°8 – L’Essence), mentre la più originale a parere di chi scrive è stata la creazione della Maison Meukow chiamata Le temps suspendu con dieci cognac di crus ed annate diverse, dal 2007 al 1900 sospesi in venti flaconi inscritti in un cerchio metallico. Notevoli naturalmente per l’altissima qualità della proposta i lotti delle due più grandi Case, Hennessy e Martell.

 

Quest’anno l’incanto si è arricchito con l’aggiunta di una esperienza offerta agli aggiudicatari di quindici dei flaconi, variabile secondo le Case; poteva consistere in una visita privata alle cantine, e/o una cena con il maitre de chai o con i membri fondatori delle Maison, in degustazioni private, o soggiorni negli Chateaux di rappresentanza dei marchi più celebri, oppure ancora in prove di creazione del proprio cognac personale; oltre alla cerimonia di consegna della bottiglia acquistata all’asta. Niente male per un danaroso appassionato che volesse sperimentare il lusso in salsa al cognac.

Tra le bottiglie la cifra più alta è stata spuntata da un flacone regalato dalla maison Martell, composto di cinque cognac hors d’age del raro cru Borderies, che ha raggiunto l’iperbolica somma di 35.000 euro. Ma non meno bene hanno fatto i lotti di Rémy Martin e di Hennessy, aggiudicati per € 32.000 e 30.000. Tutti assemblaggi provenienti dalle riserve delle Case, chi vecchie e chi antiche. A sorpresa, il cofanetto da degustazione composto dai flaconi cinquantenari da 20 cl dei primi cinque crus del cognac, prodotto della ben più modesta cooperativa Syndicat viticole UGVC, e stimato solo € 3500, è stato aggiudicato alla favolosa somma di € 32.000. Quando il cognac fa bene, per davvero.

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Thomas Pennazzi

Nato tra i granoturchi della Padania, gli scorre un po’ di birra nelle vene; pertanto fatica a ragionare di vino, che divide nelle due elementari categorie di potabile e non. In compenso si è dedicato fin da giovane al suo spirito (il cognac), e per qualche anno ne ha scritto in rete sotto pseudonimo.

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