E adesso coccole: 7 distillati da abbinare al caminetto delle feste

E adesso coccole: 7 distillati da abbinare al caminetto delle feste

di Thomas Pennazzi

Le feste son sempre le feste, che le passiate a casa coi parenti serpenti giocando al mercante in fiera, oppure nello chalet di Sankt Moritz chiedendovi sconsolati alla maniera di Villon “mais où sont les neiges d’antan?”.
Buttate un ciocco nel camino, voi fortunati che l’avete, sedeteci di fronte e digerite in santa pace i pranzoni preparati dalla suocera, dalle zie, oppure dallo chef stellato, lasciandovi cullare le narici da un calicetto festivo.
Eccovi alcune proposte per coronare le ricorrenze con qualcosa di degno e solenne, ma di facile beva ed alla portata di tutte le borse.

ACQUAVITE DI FRUTTA: un distillato di mele cotogne di Pojer & Sandri per ritrovare la quintessenza dell’autunno appena terminato: il coriaceo ma profumatissimo frutto, coltivato in azienda, viene immortalato con analitica precisione dall’alambicco del “super Mario”; vi risulterà difficile staccare il naso da questo avvincente e delizioso bicchiere.

ARMAGNAC: non è roba da principianti, l’armagnac tradizionale; per berlo bisogna avere fegato, in tutti i sensi. Nonostante sia uno spirito difficoltoso, regala emozioni forti a chi sa affrontarlo. Volete provarci? Iniziate dalla bottiglia più semplice di un produttore leggendario: Oscar Wilde approverebbe compiaciuto. Domaine Boingnères, nel più felice angolino del Bas-Armagnac, propone un non millesimato a 48° giovane di 5 anni, ma così ricco che vi travolgerà naso e bocca con aromi di prugna, mela cotogna, agrumi canditi, cioccolato e tanto legno speziato, senza vuotarvi (troppo) il portafogli. Panza e saccoccia!

COGNAC: il Dudognon Vieille Réserve ha la maturazione giusta (20/25 anni) per cominciare ad apprezzare compiutamente un pregiato distillato di vino della Grande Champagne. Agrumi, note di albicocca, miele e spezie, impastati con vaniglia e setosi tannini di quercia formano un perfetto bouquet natalizio. Un cognac chiaro, dal gusto asciutto, fine, di grande equilibrio, eppure complesso: lo comprenderete dedicandogli il tempo che si merita, una serata tutta per lui. Davanti al camino, si intende.

GIN: per una volta possiamo essere immodesti e biechi nazionalisti? Il raro Gin Dry Vallombrosa è fuor di dubbio non solo il migliore gin italiano, ma in assoluto una delle più fascinose espressioni dell’acquavite di ginepro, con buona pace dei britannici. Grazie alla celebrata qualità delle bacche dei boschi aretini ed alla plurisecolare, cristallina ricetta dei monaci vallombrosani, questo gagliardo gin si lascia bere tal quale con sommo piacere, incuranti dei suoi molto benedetti 47°. Il segreto? Pestato, non macerato. All clear, mr. Bond?

GRAPPA: la grappa è soltanto nostra, può ben fare da cappello ad un italianissimo pranzo di Natale. E allora che sia furlana, mi perdonino i trentini e tutti gli altri. La Distilleria Aquileia non fa nulla che non sia ben fatto, e della sua semplice ed onestissima grappa da vinacce nere chiamata Sgnape dal Checo, in memoria di un personaggio locale, dire che è buona, tanto buona, è dire tutto. Poco meno di un anno di legno, 44° per un gustoso bicchierino che va giù in braghe di velluto, ad un prezzo popolare. Ma attenti, è una droga: una volta assaggiata non ve ne separerete più.

RUM: a Natale ci vuole qualcosa che scaldi il cuore e riempia di gioia: provate un Neisson millesimato, dell’annata che trovate. Sono rum di intrigante complessità; le spezie dolci, la vaniglia, un tocco di pepe, il tabacco, l’anice stellato, meravigliosamente fusi dagli anni passati in botte nelle Antille, ne fanno distillati completi e rotondi, tra i migliori di Martinica. Decisamente cari, ma che festa sia!

WHISKY: qui le cose si fanno complicate, la famiglia è molto numerosa; per cui ecco un ventaglio di scelte per accontentare quasi ogni palato. Naturalmente, siccome di questi liquidi è noto che non ne bevo, me li sono fatti suggerire dalla renna di Babbo Natale, che di whisky ne capisce assai. Le note di degustazione chiedetele a lei. Bourbon: Elijah Craig 12yo; single malt torbato: Ardbeg Uigedail, Caol Ila 12yo; single malt sherry profile: Glendronach 12yo (18yo se siete in vena di lussi), Cragganmore 12yo, Glengoyne 15yo; single malt bourbon profile: Springbank Green, AnCnoc 12yo oppure 16yo; Irish whiskey: Teeling single malt; infine un malto italiano per i curiosi e gli avanguardisti: Puni Nova. Tutti alla portata di borsellini scozzesi!

 

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Thomas Pennazzi

Nato tra i granoturchi della Padania, gli scorre un po’ di birra nelle vene; pertanto fatica a ragionare di vino, che divide nelle due elementari categorie di potabile e non. In compenso si è dedicato fin da giovane al suo spirito (il cognac), e per qualche anno ne ha scritto in rete sotto pseudonimo.

8 Commenti

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rampavia

circa 9 anni fa - Link

Vedo che per l'Armagnac il consiglio è unico e tassativo. Qualcosa negli anni ho assaggiato ma ceratmente cercherò quello da te consigliato. Grazie e Buon Anno.

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Thomas Pennazzi

circa 9 anni fa - Link

Non sarei così tranchant: in questo post si tratta di "calicetti festivi di facile beva ed alla portata di tutte le borse". Per approfondire il mondo dell'armagnac tradizionale (!) consiglio di aspettare il "Bignami" dedicato o magari possiamo parlarne direttamente; però non che questa proposta sia disprezzabile, anzi: "degna e solenne" rimane. :) PROSIT NEUJAHR !

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andrea

circa 9 anni fa - Link

Stregati da Tariquet Hors D' Age...

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thomas pennazzi

circa 9 anni fa - Link

È l'inizio di un cammino virtuoso (Tariquet è uno dei migliori négociant), Andrea: un giorno o l'altro lei approderà all'armagnac tradizionale, e dalla stregoneria potrà elevarsi al paradiso :)

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andrea

circa 9 anni fa - Link

Mi incuriosiva sempre di Tariquet il Folle Blanche 15 anni; hors d' Age invece e' trebbiano e baco; la differenza delle uve marca molto o sono i legni a far la differenza? P.s...mi chiedono 70 e per il folle blanche 15...li vale? Grazie!

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Montosoli

circa 9 anni fa - Link

Per autenticita' Friulana ....e anche per costo....preferisco la Riserva Refosco-Cabernet della Distilleria Pagura... Grazie e Buon Anno

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Alberto R.

circa 9 anni fa - Link

Pagura Riserva e Aquileia Sgnape dal Checo sono due buone grappe affinate, di stile tradizionale e molto rappresentative del territorio...la prima però a parer mio è abbastanza superiore all'altra.

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Thomas Pennazzi

circa 9 anni fa - Link

Caro Alberto, Lei vuole confrontare una grappa Riserva con una "semplice e onestissima" grappa affinata 11 mesi: è come far gareggiare una 500 con una 6 cilindri turbo. La Aquileia "Sgnape dal Checo" è una delle grappe "base" della distilleria, per quanto affinata; sarebbe più corretto fare confronti tra prodotti equivalenti, invece di dire che una è migliore dell'altra. Che anche la Pagura sia buona, non ci piove.

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