Annamaria Clementi Brut e Rosé, in doppia verticale incrociata 1979-2006
di Andrea GoriIl successo dei dieci anni di Prestige come prevedibile ha fatto tornare d’attualità la discussione sulla Franciacorta, in quanto terra di immagine e di marketing del vino. E ha rilanciato pure la polemica sui presunti limiti qualitativi del territorio in materia spumantistica. Limiti che almeno un vino ha saputo ampiamente superare ad ogni uscita: Annamaria Clementi di Ca’ del Bosco. Dimostrando classe e qualità spesso indiscutibili e capace, come nell’ormai famoso Judgment of Verona organizzato da Intravino tempo fa, di rivaleggiare davvero con i cugini francesi sullo stesso campo, e persino batterli.
Nella nostra recente visita presso Ca’ Del Bosco, oltre ad analizzare il successo e la creazione del Prestige, abbiamo avuto anche la possibilità di esplorare tutta la produzione, sia in bianco che rosato, dell’Annamaria Clementi, la cuvée dedicata alla madre di Maurizio Zanella, da sempre pensata come il meglio del meglio possibile da tutti i vigneti di proprietà e in affitto dall’azienda, nelle varie zone franciacortine.
Cuvée Annamaria Clementi 2006 (sboccato al momento, pas dosé) 55%ch 25%pb 20%pn, da vigneto minimo 23 anni di età, 10 anni sui lieviti. Solenne, armonioso e avvolgente: gelsomino, sale, zenzero, giglio e acacia, pan brioche, pompelmo. Bocca arcigna e con polpa, eleganza, lunghezza e stile: anice stellato, talco, resina e pepe, cremoso e intenso. 96
Cuvée Annamaria Clementi 1999 (sboccato al momento, pas dosé) 60%ch 20%pb 20%pn, 16 anni sui lieviti. Miele, rafano, tiglio, ginestra, pesca sciroppata, susina. Bocca ampia fine e cremosissima: anice, rosmarino, toni sul giallo ampi e solari, finale lunghissimo cui il dosaggio darebbe altra luce ma già così è straordinario. 93
Cuvée Annamaria Clementi 1995 (sboccato al momento, pas dosé) 55ch% 25pb% 20pn%, 21 anni sui lieviti. Floreale fine: giacinto, tiglio, zenzero, miele, speziatura finissima, freschezza impressionante e gioventù. Bocca ampia, elegante e lunga con ossidazione piacevolissima, grande finale. 92
Cuvée Annamaria Clementi 1989 (sboccato al momento, pas dosé) 35ch% 35%pb 30%pn, 27 anni sui lieviti. Incredibilmente elegante, finissimo, sottile, arrembante e vitale. Bocca che stupisce e spinge in lunghezza, distinto nella sua ricchezza e solarità. 95
Cuvée Millesimata 1979 (sboccato al momento, pas dosé: è il “prototipo” di Annamaria Clementi) 70%ch 20%pb 10%pn, da vendemmia 3 settembre! Con acidità comunque elevata, nota fungina, senape, zenzero, humus e pepe. Bocca ancora vitale: ginestra, pepe bianco, salmastro balsamico, legno, cannella. Ampio, tenuta commovente ma il punteggio non è solo dovuto alla veneranda età. 90
Cuvée Annamaria Clementi Rosé 2006 100%pn, 8 anni sui lieviti, vendemmia 26 agosto. Melograno, arancio, ribes e lamponi, gesso sale iodio e cardamomo. Bocca ricchissima sapida e deflagrante, elegante e rabbioso, lunghezza e freschezza molto ficcante. 93
Cuvée Annamaria Clementi Rosé 2005 100%pn, vendemmia 24 agosto. Dolce di rose liquirizia e bergamotto, pepe nero, ammaliante e fine al palato, cremoso, pepato, stuzzicante e diretto ma con riserva di profondità e gusto impressionante. Fresco e netto, molto maschile e integro. 95
Cuvée Annamaria Clementi Rosé 2003 100%pn, vendemmia 18 agosto. Tenuta straordinaria: canditi, pepe, rose e incenso, bergamotto e sandalo. Acidità ancora grande, cremoso, stile e raffinatezza, incalzante sulla profondità. Grande stile e carattere ancora vitale che conferma l’eccezionale performance mostrata quando apparve per la prima volta sul mercato. 96
Si giunge alla fine con un’idea chiara, netta, della magnificenza che si può ottenere in Franciacorta: vini costosi, certo, eppure vista la ricerca e la selezione che ci sono alle spalle, nonché la capacità di tenere il tempo di queste bottiglie, tali prezzi hanno un senso. Poi si dovrà discutere se con gli stessi soldi non si possa comprare Champagne di livello simile, ma oggettivamente qui il paragone con la Francia va fatto davvero su piani molto alti, e la differenza di prezzo non è così marcata, per lo meno guardando le cose dall’Italia.
E se anche ci fossero problemi a venderle, queste bottiglie varrebbe la pena farle anche solo come proof of concept delle possibilità della DOCG, non estendibile a chiunque a questi livelli, ma è una dimostrazione che ogni anno avvalora il comportamento e sprona a investire risorse ed energie nella definizione di un gusto e uno stile che siano originali e di livello assoluto.
4 Commenti
andrea jermol groppi
circa 8 anni fa - LinkMi e' rimasta ancora una bottiglia del 97. Le altre della stessa annata hanno allietato diversi Natali . La penultima l' ho aperta 5 anni fa ed era in forma splendida. Il tappo però mi e' sembrato in difficoltà: Persa totalmente la forma a fungo a favore di quella cilindrica. Ho paura che ad aprire l' ultima potrei avere brutte sorprese. Le bottiglie del 95, 89 e 79 che hai provato erano state ritappate ( ed eventualmente rabboccate) o conservavano il tappo originale? Grazie Ciao
RispondiAndrea Gori
circa 8 anni fa - LinkCiao Andrea, a parte le ultime annate, tutte le altre sono state sboccate alla volèe (quindi degustate pas dosè) per l'occasione quindi i profili organolettici delle tue bottiglie potrebbero variare sensibilmente. in particolare dovrebbero essere più evoluti e complessi, con meno acidità ma più rotondità ed eleganza vista la presenza del dosaggio (per quanto piccolo per questa cuvèe). La forma cilindrica del tappo non dovrebbe spaventarti, mi è capitato di estrarre cilindretti piccolissimi da vecchi champagne e trovare ancora del perlage perfetto sotto...
Rispondiandrea jermol groppi
circa 8 anni fa - LinkGrazie! quindi avevano tutte tappo a corona?
RispondiAndrea Gori
circa 8 anni fa - LinkPer l'AC mi pare usino il tappo con la graffa ma sostanzialmente si, avevano ancora i lieviti in punta
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